Arresti sanità Catania, gli indagati eccellenti e quei "patti illeciti" per ottenere incarichi
Nell'operazione della Procura e dei Carabinieri che ha portato all'arresto di 4 persone, gli indagati totali sono 17
Operazione a Catania per corruzione sanità
Gli indagati in totale sono 17, ma per 5 la procura non ha chiesto alcuna misura cautelare o interdittiva. In verità per Ezio Campagna e Gesualdo Missale il pm chiedeva il carcere, ma la gip ha disposto gli arresti domiciliari. Ma andiamo agli altri 8 indagati per cui è stata chiesta l’interdizione.
Ci sono tre indagati eccellenti Ruggero Razza, ex assessore regionale alla sanità e uomo vicinissimo al ministro Nello Musumeci, Antonio Scavone, ex assessore regionale alla Famiglia in quota Mia, Igo La Mantia, attuale presidente dell’Ordine dei Medici di Catania. Gli altri cinque sono Filippo Di Piazza, segretario dell’ordine dei medici, Giuseppe Di Rosa, componente dell’organismo di vigilanza dell’ordine dei medici, Alberto Bianchi, Calogero Grillo, e Rosaria Maria Leonardi. Su questi otto pende la spada di damocle della richiesta di misura di interdizione della procura. La gip Simona Ragazzi deciderà dopo gli interrogatori di garanzia fissati per il 5 maggio.
L’inchiesta documenta i “patti illeciti” che sarebbero stati siglati per ottenere ruoli all’interno di progetti sanitari. L’ex assessore alla sanità Razza è indagato con Missale (all’epoca funzionario dell’Università di Catania), Campagna (medico promotore del progetto) e altri due del suo staff alla Regione che non hanno però avuto nessuna richiesta di misura cautelare. L’imputazione riguarda l’incarico di procedura di selezione di un incarico relativo a un esperto in elaborazione report e studi per conto dell’Ordine dei Medici di Palermo nel progetto denominato Osas Catania - Sentinelle della prevenzione presentato dal Policlinico. Razza avrebbe avuto la veste di istigatore di un accordo corruttivo finalizzato a far vincere un candidato solamente perché «raccomandato» dal già componente della ex giunta regionale. Che ha già un processo in corso sullo scandalo "dei dati Covid spalmati".
Scavone è invece coinvolto in una imputazione assieme a Campagna, Missale e Arcidiacono nel progetto Centro Cardio Hub e Spoke presentato dal Garibaldi. Scavone, nella qualità di assessore regionale, avrebbe avuto la «veste di istigatore» nell’accordo collusivo finalizzato a far risultare una donna vicina al politico lombardiano aggiudicataria dell’incarico a tempo indeterminato previsto nella procedura. Gli indagati avrebbero stabilito a monte la candidata vincitrice «concordando l’elaborazione del profilo professionale previsto dal progetto, dei relativi requisiti e l’attribuzione dei punteggi di valutazione del bando».
La Mantia - si legge nel capo d’imputazione - assieme al segretario Di Piazza, Di Rosa, Campagna e Missale avrebbero stretto «un accordo collusivo» finalizzato a far risultare Missale vincitore del concorso per un posto di Dirigente Amministrativo di seconda fascia a tempo indeterminato dell’ordine dei medici. E per questo avrebbero «turbato la procedura predeterminando il contenuto del bando di concorso, stabilendo in anticipo la commissione con soggetti vicini e fornendo in anticipo le tracce delle prove scritte e gli argomenti della prova orale».