L’uva è sottopagata agli agricoltori su valori che non coprono neanche i costi di produzione, ma i prezzi arrivano a più che triplicare dal campo alla tavola anche per effetto delle infiltrazioni della malavita che soffoca l'imprenditoria onesta e distrugge la concorrenza e il libero mercato. È quanto afferma la Coldiretti in riferimento all’operazione condotta dai carabinieri, con l’esecuzione di 10 misure cautelari nei confronti di una organizzazione mafiosa attiva nelle mediazioni per la vendita dell’uva (le "sensalie") nell’Agrigentino.
«Così facendo – sottolinea la Coldiretti – viene condizionato il mercato della commercializzazione degli alimenti stabilendo i prezzi dei raccolti, gestendo i trasporti e lo smistamento. La criminalità non solo si appropria di vasti comparti dell’agroalimentare e dei guadagni che ne derivano, approfittando anche della crisi causata dalla pandemia e dalla crisi energetica, ma – sottolinea la Coldiretti – compromette la qualità e la sicurezza dei prodotti, con l’effetto indiretto di minare profondamente l’immagine dei prodotti italiani ed il valore del marchio Made in Italy».
Le mafie nelle campagne, continua la confederazione, «operano attraverso furti di attrezzature e mezzi agricoli, racket, abigeato, estorsioni, o con il cosiddetto pizzo anche sotto forma di imposizione di manodopera o di servizi di trasporto o di guardiania alle aziende agricole, danneggiamento delle colture, aggressioni, usura, macellazioni clandestine, caporalato e truffe nei confronti dell’Unione europea fino al controllo di intere catene di supermercati e ristoranti con un business criminale stimato – conclude la Coldiretti – in oltre 24,5 miliardi di euro (dall’Osservatorio Agromafie)».