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Aron, la bambina eritrea operata al cuore: ora è salva

Aron, la bambina eritrea operata al cuore: ora è salva

Madre e figlia erano arrivate in Sicilia il 4 maggio scorso, dall’Africa a Pozzallo su un barcone. E’ stata operata d’urgenza a Taormina e adesso si trova a Ragusa per il completamento delle cure

Di Redazione |

TAORMINA – Aron, una bambina eritrea di una settimana che pesa due chili, arrivata a Pozzallo (Ragusa) con un barcone dall’Africa insieme alla sua mamma, Fanus, 24 anni, è stata operata nel Centro Cardiologico Pediatrico Mediterraneo-Bambino Gesù di Taormina (Messina) a causa della mancata chiusura del dotto arterioso di Botallo.   Adesso sta bene ed è stata trasferita nell’Utin di Ragusa, dal quale era giunta, per il completamento delle cure. Madre e figlia erano arrivate in Sicilia il 4 maggio scorso.   I medici avevano trovato la piccola disidratata, con un colorito itterico, problemi di affaticamento dopo l’allattamento e una ferita all’altezza dell’ombelico. Grazie all’intervento tempestivo dei medici della Terapia Intensiva Neonatale dell’ospedale “Civile – M. P. Arezzo”, la bimba è stata subito stabilizzata, sottoposta ad esami e quindi ad un intervento medico urgente con la sostituzione del sangue affetto da un particolare pigmento che l’avrebbe portata ad avere gravi problemi come sordità o disturbi neurologici importanti, se non addirittura alla morte.   Dopo i trattamenti farmacologici conseguenti, la bimba è stata tenuta in cura per una quindicina di giorni e poi si è deciso il trasferimento al Ccpm di Taormina. Grazie alla collaborazione dell’Associazione Bambino Gesù Onlus, delle mamme dell’A. GE. di Giardini Naxos e alla disponibilità delle suore Francescane Missionarie di Maria di Taormina, Fanus ha potuto soggiornare in una struttura sicura.   «Da tempo sognavamo di venire in Europa – dice Fanus – e così sono salita sulla prima imbarcazione disponibile, pagando molti soldi agli scafisti. Spero che mio marito riesca a raggiungermi presto». «Abbiamo vissuto un’esperienza clinica straordinaria – spiega soddisfatto il direttore del reparto di Terapia Intensiva Neonatale dell’ospedale di Ragusa Giovanni Giaccone – condividendo insieme ai colleghi di Taormina un percorso in cui la piccola ha trovato qui in Sicilia un supporto sanitario che certamente non avrebbe avuto nel suo Paese. Come uomo e come medico sono felice, perché quello di Aron è un evento in cui abbiamo potuto dare qualcosa di noi al resto del mondo».

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