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Appello rigettato, restata sospeso il carabiniere che ha bonificato dalle microspie la segreteria di Luca Sammartino

Secondo il Tribunale della libertà è documentato l'accordo corruttivo tra l'appuntato e l'ex vicepresidente della Regione

Di Laura Distefano |

Il carabiniere che si è occupato delle bonifiche dalle microspie nella segreteria politica di Luca Sammartino resta sospeso per un anno. Il Tribunale della Libertà – collegio composto dalla presidente Patricia Di Marco e dai giudici Livia Rollo e Alessandra Maira – ha rigettato l’appello dal difensore di Antonio Battiato, l’avvocato Salvatore Leotta. Il militare è imputato nel processo Pandora, frutto della maxi inchiesta che ha svelato infiltrazioni e corruzioni nel comune di Tremestieri Etneo. E scavando si è arrivati a ipotizzare il patto corruttivo tra Battiato e l’ex vicepresidente della Regione volto a “ripulire” da possibili microspie il quartier generale in via Gabriele D’Annunzio. Anche se a quell’indirizzo c’è la segreteria di Valeria Sudano, all’epoca senatrice. E infatti il caso delle intercettazioni è diventata – come anticipato da La Sicilia – una questione politica.

La sentenza del Tribunale etneo è tranciante. Nelle 14 pagine – che entreranno sicuramente nel processo – si elencano i motivi per cui l’istanza di annullamento della misura interdittiva non può essere accolta.«Contrariamente all’assunto difensivo – si legge – ritiene il collegio che gli elementi investigativi acquisiti consentano di ritenere provato che Luca Sammartino, tramite Antonio Cunsolo, ex carabiniere in congedo e suo fidato collaboratore, abbia scelto Antonio Battiato, appuntato in servizio nella sezione di Pg, come soggetto cui affidare l’incarico a titolo oneroso di cercare apparecchiature per intercettazioni nella sua segreteria politica e nella sua abitazione, e in caso positivo, di provvedere alla rimozione delle stesse» e «che tale incarico avesse» come «finalità l’elusione delle indagini a carico di Sammartino». Per il Tribunale, inoltre, alcune intercettazioni tra Cunsolo e il deputato leghista sono prova della richiesta della «somma di 200 euro da corrispondere a una terza persone, che veniva logicamente individuata» in Battiato.

Il denaro

Una serie di effetti concatenati (la vicinanza temporale della bonifica, la coincidenza dell’importo dovuto alla terza persona), unitamente al fatto che «Cunsolo, dopo essere uscito dalla segreteria politica, abbia immediatamente telefonato» a Battiato «per incontrarlo consentono logicamente di dedurre che il denaro fosse destinato» al ricorrente. Il 5 novembre 2020 la bonifica avviene anche a casa di Sammartino. Per i giudici «la prova dell’accordo (illecito) risulta documentata dalle conversazioni intercettate».

Sul fatto che l’incarico sia stato svolto dal ricorrente fuori dall’orario di servizio è per il Tribunale «irrilevante», in considerazione dell’obbligo stabilito «dall’ordinamento militare». I «militari» vengono considerati «in servizio permanente».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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