PALERMO – «Le promozioni per merito straordinario per gli uomini della mia scorta e per il Daniele Manganaro mi sembrano la giusta risposta a chi ha tentato in tutti modi di delegittimare ed offuscare il valore di grandi servitori dello Stato, di una valente magistratura e di eccellenti reparti di élite delle forze dell’ordine. Ricordiamo che proprio nei mesi scorsi la commissione regionale Antimafia, presieduta da Claudio Fava, aveva presentato una relazione criticata da tanti. Tanti fatti evidenziati poi totalmente smentiti dai vertici della magistratura e delle forze dell’ordine. Insomma, una brutta ed imbarazzante vicenda». Così l’ex presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci, commenta le promozioni dei poliziotti che la notte del 18 maggio di quattro anni fa sventarono un attentato nei suoi confronti.
Per l’Antimafia siciliana, però, quella vicenda presenterebbe lati oscuri: nella relazione approvata dall’organismo parlamentare a ottobre dell’anno scorso si delineano tre ipotesi: la simulazione, l’attentato mafioso e un atto puramente dimostrativo; in ogni caso Antoci sarebbe stato vittima. “I colpi di fucile, le lacrime, le urla di quella tremenda notte – dice Antoci – hanno segnato indelebilmente la mia vita e quella degli uomini della mia scorta. Ringrazio di cuore il capo della Polizia Prefetto Gabrielli che in questi anni, da grande uomo dello Stato, non ha mai fatto mancare il suo appoggio, dimostrando sempre vicinanza ed attenzione». E aggiunge: «Non posso, inoltre, non pensare a quanto accaduto in questi anni e in questi mesi durante i quali il tentativo di delegittimazione e depistaggio ha avuto il suo massimo culmine. Lo so, è successo a tutti ma l’attacco e la messa in discussione soprattutto degli uomini della mia scorta, rimarrà fra le più volgari attività di “mascariamento” degli ultimi anni. «Con tutto ciò unitamente alle chiare parole pronunciate dal procuratore De Lucia in commissione nazionale Antimafia la sera del 16 giugno, si chiude una pagina buia di ‘mascariamentì e delegittimazioni che ha replicato, in parte, quanto accaduto ad altri che hanno combattuto la mafia, alcuni dei quali, purtroppo oggi non ci sono più».