Cronaca
Anniversario della strage di Lampedusa, Governo assente, è polemica
E’ polemica per l’assenza dei rappresentanti del Governo a Lampedusa per la commemorazione della strage dhe il 3 ottobre del 2011 costò la vita a 368 persone.
“Il 3 ottobre di cinque anni fa – ha detto Pietro Grasso, l’ex presidente del Senato e senatore di Liberi e Uguali – un’imbarcazione libica è naufragata al largo di Lampedusa provocando la morte di 368 persone. Da quel giorno, il tasso di mortalità dei migranti è aumentato e il Mar Mediterraneo ha risucchiato oltre 17 mila corpi. In questo contesto storico, oggi – per la prima volta – non ci sarà alcun rappresentante delle istituzioni a celebrare la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione. Nessun membro di questo governo, che da quando è in carica ha occupato televisioni e social media ma ha nascosto il dato più importante: con Conte-Salvini-Di Maio i morti nel Mediterraneo sono aumentati. La storia si ricorderà di questo, i nostri figli e i nostri nipoti lo leggeranno sui libri di scuola”.
«A cinque anni di distanza dalla tragedia di quel 3 ottobre 2013, resta l’amaro sapore di un tradimento». ha detto invece padre Mussie Zerai, operatore umanitario pro-migranti con la sua Agenzia Habeshia. «Traditi la memoria e il rispetto per le 366 giovani vittime e tutti i loro familiari e amici – dichiara -. Tradite le migliaia di giovani che con la loro stessa fuga denunciano la feroce, terribile realtà del regime di Asmara, che resta una dittatura anche dopo la recente firma della pace con l’Etiopia per la lunghissima guerra di confine iniziata nel 1998. Tradito il grido di dolore che sale dall’Africa e dal Medio Oriente verso l’Italia e l’Europa da parte di un intero popolo di migranti costretti ad abbandonare la propria terra: una fuga per la vita che nasce spesso da situazioni create dalla politica e dagli interessi economici e geostrategici proprio di quegli Stati del Nord del mondo che ora alzano barriere. Tradito, questo grido di dolore, nel momento stesso in cui si finge di non vedere una realtà evidente». Per padre Zerai, «il quinto anniversario di questa tragedia arriva proprio all’indomani del nulla osta del Consiglio dei Ministri a un decreto che erige l’ennesima barriera di morte in faccia a migliaia di altri rifugiati e migranti come i ragazzi spazzati via in quell’alba grigia del 3 ottobre 2013». «Non sappiamo se esponenti di questo governo e questa maggioranza o, più in generale, se altri protagonisti della politica degli ultimi anni – prosegue -, intendano promuovere o anche solo partecipare a cerimonie ed eventi in memoria di quanto è accaduto. Ma se è vero, come è vero, che il modo migliore di onorare i morti è salvare i vivi e rispettarne la libertà e la dignità, allora non avrà senso condividere i momenti di raccoglimento e di riflessione che la data del 3 ottobre richiama, con chi da anni costruisce muri e distrugge i ponti, ignorando il grido d’aiuto che sale da tutto il Sud del mondo». «Se anche loro voglio “ricordare Lampedusa” – conclude il sacerdote di origine eritrea -, che lo facciano da soli. Che restino soli. Perché in questi cinque anni hanno rovesciato, distrutto o snaturato quel grande afflato di solidarietà e umana pietà suscitato dalla strage nelle coscienze di milioni di persone in tutto il mondo».
«Oggi, Giornata della Memoria e dell’Accoglienza, il mio commosso ricordo va a quel 3 ottobre di cinque anni fa in cui le 368 salme del naufragio di Lampedusa, alcune anche di bambini molto piccoli, giunsero a Porto Empedocle” ha detto invece il sindaco di Agrigento, Lillo Firetto. “Mi trovai ad accoglierle, da sindaco della città, con mia moglie e mio figlio Fulvio di appena sei anni, che pose fiori sulle bare bianche di bimbi come lui – aggiunge -. Il Miur ha deciso di non sostenere più le celebrazioni del 3 ottobre, che erano state stabilite per legge. La Giornata della Memoria è stata cestinata: a Lampedusa, oggi, nessuna rappresentanza del Governo. Che l’aria sia cambiata se ne accorge stamattina anche Lampedusa: uno schiaffo alla volontà parlamentare, espressa allora, di promuovere la cultura della solidarietà e dell’accoglienza, del dialogo e del rispetto dei diritti umani. Fermo restando che per ogni migrante che arriva in Italia occorre un progetto che ne delinei il futuro di convivenza civile e di integrazione, così come è necessario un governo dell’Europa dei flussi del Mediterraneo, continuo a pensare che, a prescindere dalle idee politiche, in ciascuno di noi debbano rimanere saldi i principi di solidarietà e di accoglienza, che attengono alla tutela dei diritti umani”, ha concluso. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA