Il caso
Amministrative, almeno cento candidati “impresentabili” nelle liste dei 20 comuni del Catanese
Sarebbe il risultato delle prime verifiche effettuate in Prefettura
Ancora non è uno scossone politico: sono in corso «approfondimenti». Ma fa una certa impressione apprendere, da fonti qualificate, che sul tavolo della Prefettura ci sarebbe un elenco con oltre un centinaio di candidati “opachi” nelle liste dei 20 comuni al voto nel Catanese.
È l’esito di un monitoraggio, non ancora concluso, sui casi di incandidabilità. A partire da quelli indicati nell’autocertificazione sottoscritta al momento dell’accettazione della candidatura: non essere coinvolto in procedimenti (informazione di garanzia, richiesta di misura di prevenzione, avviso orale) relativi all’ associazione mafiosa; non essere coniugato-convivente e non avere legami di parentela fino al primo grado né di affiliazione con persona condannata, anche con sentenza non passata in giudicato, per reati di mafia.
La fattispecie, in base alla legge Severino, viene estesa a chi ha ricevuto una condanna definitiva per droga o armi, ma anche per reati contro la pubblica amministrazione, fra i quali corruzione, peculato, abuso d’ufficio e traffico d’influenze illecite. Oltre a questi (e altri) casi di condanna, il Testo unico degli Enti locali prevede l’incandidabilità per gli amministratori ritenuti responsabili di condotte che hanno causato lo scioglimento dei consigli comunali per mafia e per quelli che la Corte dei conti ha riconosciuto, anche in primo grado, colpevoli per aver contribuito al dissesto finanziario dell’ente. Verifiche previste per legge, dunque. Non sempre effettuate, in passato e ovunque, con la necessaria profondità. Ma che stavolta, sotto il Vulcano, avrebbero condotto a 106 aspiranti consiglieri comunali «attenzionati». Oltre che di “dimenticanze” sulla fedina penale, si parla anche di parentele “pericolose”. Vedremo se a breve ci saranno delle evoluzioni.
E giovedì a Palazzo San Macuto, in una seduta plenaria dell’Antimafia nazionale, verranno diffusi i nomi degli “impresentabili” di quasi 50 comuni italiani. Un monitoraggio su un campione, tutt’altro che casuale, delle realtà potenzialmente più a rischio d’infiltrazione. Un lavoro di verifica (diverso da quello svolto per legge dalle Prefetture) della commissione presieduta da Nicola Morra, che ha scandagliato circa 20mila candidati. Fra cui quelli di ben nove comuni siciliani: Palermo, Mezzojuso, San Cipirello, Caccamo, Altavilla Milicia, Messina, Maniace, Niscemi e Scicli.
Fino all’anno scorso s’è spesso polemizzato sull’utilità di conoscere l’identità degli “impresentabili” quasi a ridosso della data del voto. E così nell’agosto 2021 è stato modificato il codice di autoregolamentazione sul controllo delle liste elettorali, introducendo un «procedimento facoltativo» che consente a partiti e candidati di chiedere uno “screening” preliminare all’Antimafia in modo da poter eventualmente sostituire i nomi più a rischio. Ebbene, il dato emerso dalla commissione è emblematico: sulle migliaia di liste presentate nei 978 comuni coinvolti dall’election day sono arrivate appena tre richieste (tutte da esponenti locali del M5S) di controllo preventivo sugli “impresentabili”. Twitter: @MarioBarresiCOPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA