Alla guida dell’Istituto per l’incremento ippico arriva la nobildonna che sussurra ai cavalli…

Di Redazione / 09 Gennaio 2019

PALERMO – Il suo curriculum, al di là del sangue blu, parla chiaro. Ed è una garanzia. Lo ricorda anche Nello Musumeci, che la definisce «erede di una delle più antiche famiglie di allevatori di cavalli e promotrice, nell’Ottocento, del famoso “cavallo orientale”». La leggenda di famiglia narra di una rocambolesca e clandestina importazione della razza purosangue, con velieri dalla Siria. Lei è la principessa Caterina Grimaldi di Nixima, discendente di un nobile casato etneo, imprenditrice in più settori, già responsabile provinciale di Confagricoltura Donne. Il governo regionale l’ha nominata presidente dell’Istituto per l’incremento ippico, che «dopo un lungo commissariamento, torna ad avere un regolare Consiglio di amministrazione», rivendica Palazzo d’Orléans.

Ai vertici dell’ente regionale (che si occupa della tutela e selezione genetica del patrimonio equino in Sicilia) come consiglieri vanno l’avvocato Prospero Cocimano e il veterinario Salvatore Di Maria. Al Cda e al direttore Alfredo Alessandra il «buon lavoro» del governatore, «nella consapevolezza che la loro riconosciuta competenza e passione sarà al servizio della valorizzazione del settore dell’ippicoltura, della tutela e salvaguardia degli equidi, nell’ottica del rilancio dell’Istituto, dopo una lunga stagione di crisi». Anche il presidente di Confagricoltura Catania, Giovanni Selvaggi, certifica le «riconosciute competenze di presidente e consiglieri».

Una sfida per la presidente-nobildonna, che ha ospitato anche eredi dei Savoia il cui esilio, disse nel 2003, «è stato ingiusto». Ma il suo cuore batte per i cavalli. «Sono animali meravigliosi, da loro s’impara moltissimo». Che sia finalmente la persona giusta al posto giusto?

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