Cronaca
Aldo Naro, si riapre il caso: sarà riesumata la salma del medico ucciso a botte
SAN CATALDO – Passa dalla riesumazione del cadavere di Aldo Naro (nella foto) e dall’esecuzione di un’autopsia eseguita con mezzi tecnologici – una sorta di Tac tridimensionale – la ricerca della verità sull’omicidio del giovane medico sancataldese ucciso il 14 febbraio di cinque anni fa durante una rissa scatenatasi all’interno dell’ex discoteca Goa di Palermo.
La decisione di riesumare la salma è stata presa dal gip del Tribunale di Palermo, Filippo Serio, nel corso dell’incidente probatorio disposto nell’ambito della nuova indagine per omicidio volontario che lo stesso giudice aveva fatto aprire e che vede coinvolti gli ex buttafuori del Goa, Gabriele Citarrella, Pietro Covello e Francesco Troìa (tutti e tre di Palermo).
Per loro era stata chiesta inizialmente l’archiviazione, ma poi i legali della famiglia Naro, Salvatore e Antonino Falzone, si erano opposti sulla base di una nuova consulenza medico-legale dalla quale emergerebbe che Aldo Naro fu colpito più volte alla nuca e non da un solo calcio, come ipotizzato in un primo momento.
A fine mese, le parti torneranno in aula per un nuovo incidente probatorio nel quale verrà nominato il collegio di periti che dovrà eseguire nuovi esami sul corpo del medico, morto ad appena 25 anni per una folle e sciocca rissa nel corso della quale cadde a terra e venne colpito alla testa. Molti contorni della vicenda non sono ancora stati chiariti come, per esempio, la sparizione dell’esame Tac eseguito subito dopo la tragedia. Le carte non si trovano più né al Policlinico di Palermo, sebbene ci sia l’obbligo di conservare tali documenti per dieci anni, e nemmeno nel fascicolo del pubblico ministero dove i consulenti della Procura palermitana avevano depositato il cd. Su questo punto i consulenti hanno spiegato che probabilmente si è trattato di un mero errore materiale.
La famiglia Naro, da parte sua, sta continuando la propria battaglia affinché venga fatta piena luce su ogni dettaglio. Al momento l’unico condannato per l’omicidio è il giovane Andrea Balsamo, minorenne all’epoca dei fatti, al quale sono stati inflitti 10 anni, mentre è in corso un processo per le sole accuse di rissa aggravata e favoreggiamento che vede imputati Francesco Troìa – lo stesso indagato dell’omicidio, Antonino Basile (entrambi rispondono di rissa aggravata) e Massimo Barbaro, il proprietario dell’ormai ex discoteca Goa, che risponde di favoreggiamento nei confronti di Balsamo in quanto non avrebbe riferito alcuni dettagli agli inquirenti, agevolando la momentanea fuga dell’omicida.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA