Altro stop per la Alan Kurdi, la nave della Ong tedesca Sea Eye che nei giorni scorsi ha attraccato ad Olbia dopo aver soccorso diversi migranti al largo della Libia: l’imbarcazione è stata sottoposta a fermo amministrativo dalla Guardia Costiera al termine di un’ispezione che ha evidenziato una serie di «irregolarità di natura tecnica tali da compromettere» non solo la sicurezza dell’equipaggio ma anche dei migranti che potrebbero essere soccorsi. Un provvedimento che era già scattato a maggio con la nave ferma nel porto di Palermo: in quell’occasione era stato consentito alla Alan Kurdi di raggiungere un cantiere in Spagna per risolvere le irregolarità che, dice la Guardia Costiera, «alla luce dell’ispezione odierna non risultano ancora rettificate».
L’ispezione, sottolinea ancora il comando generale, risponde ad una precisa direttiva comunitaria (2009/16/EC) recepita dall’Italia nel 2011 e che riguarda tutte le navi straniere che approdano nei nostri porti e ancoraggi. Ispezioni ordinarie sono svolte in base ad una periodicità definita da un «profilo di rischio» della nave e ispezioni «supplementari» vengono invece disposte, quando ne ricorrano i presupposti, per esempio, nel caso in cui una nave sia coinvolta in un sinistro marittimo.
Dopo l’attracco ad Olbia e lo sbarco dei migranti, l’equipaggio ha effettuato il periodo di quarantena. Appena concluso è scattata l’ispezione supplementare «in ragione di una consistenza dei mezzi collettivi ed individuali di salvataggio, certificati dallo Stato di bandiera, per 20 persone, a fronte di un numero notevolmente superiore di persone recuperate a bordo durante la sistematica attività di ricerca e soccorso svolta nel Mediterraneo».