CATANIA – Alla luce del progetto della Regione di mettere in piedi (o meglio nei cieli) una compagnia di bandiera siciliana vediamo quali sono i precedenti importanti di compagnie aeree siciliane che in effetti nei periodi della loro attività hanno contribuito a calmierare i prezzi delle tarriffe aeree da e per la Sicilia, oggi spesso proibitivi. Sono sostanzialmente due e si tratta di Air Sicilia e di Wind Jet. Vediamo di ripercorrere la loro storia.
L’epopea di crispino, il visionario calatino che sfidò Alitalia
Air Sicilia fu fondata nel 1994 da Luigi Crispino e Antonio Carotta. Venne costituita soprattutto dall’imprenditore calatino, come sfida al monopolio dell’Alitalia e per creare una compagnia regionale che desse impulso al trasporto aereo in Sicilia. Aveva due hub negli aeroporti di Catania e Palermo e altre destinazioni per Milano Linate, Roma Fiumicino, Firenze, Pantelleria e Lampedusa. Iniziò i voli con un ATR 42 revisionato e acquistato in leasing finanziario dal consorzio ATR (marche I-ATRM denominato Mister Volare) esercendo le rotte Palermo-Roma Ciampino, Palermo-Lampedusa e Palermo-Pantelleria con voli giornalieri e la rotta Palermo-Bergamo con voli trisettimanali. Nell’agosto del 1995 conquistò il record di volo mensile per gli aerei a turboelica volando nel mese per 398 ore ed impiegando ben sei equipaggi. Nel gennaio 1996 fu immesso in flotta il secondo ATR 42, sempre fornito direttamente dal consorzio ATR (nome: Peter Pan). Nel giugno del 1996 fu immesso in flotta il primo jet Fokker F28 denominato Mary Poppins per acquisire poi i jet Boeing con i quali collegò la Sicilia a Milano e Roma. L’operatività della compagnia fu costellata da problemi finanziari ma andò avanti per circa sette anni, durante i quali la compagnia subì due stop ai collegamenti da parte dell’Enac. Quando dovette interrompere definitivamente l’attività per fallimento Crispino venne indagato per bancarotta fraudolenta, ma dopo circa nove anni è stato assolto perché il fatto non sussiste. Air Sicilia cessò i voli il 22 febbraio 2002 e fu dichiarato il fallimento nel gennaio 2003. Successivamente Crispino entrò nell’azionariato di Wind Jet.
L’ascesa e il declino di Pulvirenti, leader low cost italiano
La Wind Jet fu la prosecuzione del sogno di una “low cost” siciliana. Nata nel 2003 a Catania per volontà di Nino Pulvirenti, imprenditore di Belpasso, leader della grande distribuzione alimentare e per alcuni anni presidente del Catania Calcio. Ha operato con una flotta di 13 Airbus su rotte nazionali e internazionali soprattutto verso il nord ed est Europa. La sede legale era a Catania, e le basi operative erano situate presso gli aeroporti di Catania, Palermo e dal 2011 di Rimini-Miramare. Wind Jet nel suo periodo d’oro è stata anche la prima compagnia low cost italiana, con oltre 2.900.000 passeggeri trasportati nel 2008. Dall’11 agosto 2012, a causa di problemi finanziari, la compagnia ha cessato le proprie operazioni. Il fallimento di Wind Jet s’incrocia con le polemiche per la mancata fusione con Alitalia, con reciproche accuse sulle responsabilità per l’accordo saltato dopo la firma del contratto per l’acquisizione. Ma c’è anche uno strascico giudiziario. Nel luglio 2015 la Procura di Catania iscrive nel registro degli indagati 14 persone, tra cui i vertici della società con l’accusa di bancarotta fraudolenta. Il presidente Pulvirenti, insieme all’ad Stefano Rantuccio, fra gli arrestati, il 29 gennaio 2016 dalla guardia di finanza su disposizione del gip di Catania. Avrebbero aggravato lo stato di dissesto della Wind Jet s.p.a. per oltre 160 milioni di euro, tramite operazioni dolose compiute a partire dal 2005. In mezzo il concordato del 2013. Il 19 ottobre il 92% dei creditori ha votato per la ripresa dell’attività. L’accordo prevede la restituzione del 48% dei debiti ai creditori privilegiati e il 5% per tutti gli altri. Tale concordato è stato possibile grazie all’intervento del presidente Pulvirenti, che ha messo a disposizione il capitale della holding Finaria spa.