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Adrano, gli incontri a casa del boss ai domiciliari durante la pandemia Covid

Operazione Meteora: i verbali dei pentiti e le intercettazioni della polizia.

Di Laura Distefano |

Due clan decapitati. Una storica e una emergente. Da una parte i Santangelo che ad Adrano fanno gli affari portando il baluardo mafioso dei Santapaola di Catania, e dall’altra il gruppo creato da Cristian Lo Cicero affiliato dei “carcagnusi” di Catania, cioè i Mazzei. Il colpo è a due famiglie catanesi accreditate con Cosa nostra siciliana. La squadra mobile etnea e la polizia investigativa del commissariato di Adrano ha eseguito diciotto arresti, mettendo fine agli affari delle due cosche.

Nelle duecento pagine dell’ordinanza firmata dal gip Stefano Montoneri ci sono verbali di vecchi e nuovissimi pentiti che si incrociano con intercettazioni audio e video. L’inchiesta è cominciata dopo le dichiarazioni del rampollo della famiglia mafiosa di Biancavilla Giovanni La Rosa, che in passato ha anche militato tra le file dei Santangelo. Alla fine i radar sono stati accesi anche dentro le carceri. E in particolare gli investigatori hanno monitorato i colloqui di Antonio Bulla, Vincenzo Bulla, Nino Crimi, Salvatore Crimi, Giuseppe La Mela, Gianni Santangelo, Nicolò Rosano.

Salvatore Crimi è uno dei boss scarcerati durante il covid. Il suo nome finì in quell’elenco al centro di molte polemiche nel mondo dell’antimafia associata. I poliziotti installarono una telecamera davanti alla casa del boss. In quell’abitazione c’era un via vai davvero sospetto. Uno dei primi ad arrivare fu Toni Ugo Scarvaglieri, che durante l’assenza di Crimi aveva fatto le sue veci operative. Scarvaglieri è quello che fu intervistato da Stefania Petix dopo che Adrano fu tappezzata coi finti necrologi di Valerio Rosano, dopo la sua decisione di diventare collaboratore di giustizia.

Ma torniamo a casa Crimi. L’occhio elettronico degli investigatori ha registrato diversi incontri tra affiliati nell’abitazione del boss ai domiciliari. Nel 2020 si è fatto vedere anche Salvatore Giarrizzo, pezzo grosso del clan rivale degli Scalisi, i referenti dei Laudani di Catania ad Adrano. Santangelo e Scalisi avevano raggiunto un accordo per il traffico di droga e nelle estorsioni, mettendo nel cassetto i vecchi rancori. Giarrizzo poi è diventato pentito dopo l’arresto nel blitz The King.

Cimici e telecamere hanno permesso agli investigatori di delineare le dinamiche interne al clan Santangelo, dove non mancavano frizioni. E i vecchi capi ricordavano ai giovani il codice degli uomini d’onore.

All’imponente apparato probatorio, ultimamente si sono aggiunte le parole di un nuovo pentito. Nicolò Trovato ha fornito una mappatura attualissima dello scacchiere criminale del comune etneo “del triangolo della morte”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA