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Addio a Marchionne, nelle fabbriche Fca suonano le sirene

Di Paolo Verdura |

ZURIGO – Sergio Marchionne ha combattuto l’ultima battaglia sulla collina che sovrasta Zurigo, nell’Ospedale Universitario, centro di eccellenza di tutta la Svizzera e fortezza di riserbo impenetrabile. Sabato scorso si era conclusa la sua era, la fine del manager dopo 14 anni con l’improvviso avvicendamento al vertice del Lingotto, constatate le condizioni irreversibili di salute a seguito di complicazioni insorte dopo un intervento alla spalla. Oggi invece è morto l’uomo, affiancato dai suoi cari, la compagna Manuela Battezzato e i figli Alessio e Tyler.

Dopo una lotta che sembrava interminabile, condita da diverse ipotesi e indiscrezioni di stampa che però non hanno cambiato la sostanza delle cose, il cuore di Marchionne non ha più retto. Dopo un primo arresto cardiaco sarebbe sopraggiunto infatti un nuovo attacco, dopo la terapia intensiva, che lo avrebbe portato a morte naturale. E’ di fine giugno l’intervento alla spalla destra, da allora, quella che all’inizio doveva essere una banale operazione ortopedica si è piano piano trasformata in un calvario.

Con le prime indiscrezioni sul peggioramento delle condizioni di salute del manager, che non aveva annullato nessun appuntamento in agenda e si preparava alla presentazione di una delle ultime trimestrali sotto il suo turno di guardia, sono scattate le misure a tutela della privacy. I giornalisti hanno preso d’assalto il nosocomio, tanto da fare notizia sulla stampa svizzera per l’insolito capannello davanti all’austero ospedale, e hanno trovato un servizio d’ordine pronto a impedire qualsiasi tipo di infiltrazione nella cittadella universitaria della salute di Ramistrasse.

Dopo che due elicotteri del soccorso svizzero hanno lasciato la sede dell’Univesitaatsspittal, il primo alle 10.30 circa e il secondo 4 ore più tardi, i cordoni del riserbo si sono allentati e le guardie giurate non hanno più presidiato l’anonimo ingresso della gigantesca struttura. Ufficialmente Marchionne non è mai stato ricoverato nel Centro ospedaliero, tanto che il suo nome non figurava né tra i degenti né tra i deceduti, ma in Svizzera è possibile farsi ricoverare nel più assoluto anonimato.

Vicino a Zurigo, nel paese di Schindellegi, il Supermanager aveva un domicilio, ma la famiglia risiede nel cantone francofono di Vaud, vicino a Losanna, sul Lago di Ginevra. Difficile che i suoi cari scelgano il luogo della sua agonia per celebrarne le esequie, mentre restano aperte tutte le altre ipotesi, a partire dalla Svizzera Romanda. Di sicuro, per ora, c’è la volontà di tenere una cerimonia in forma «strettamente privata». Si terranno successivamente dei saluti pubblici.

Le aziende del gruppo Agnelli – Exor, Fca, Cnh, Ferrari e Juventus – ricorderanno Sergio Marchionne a settembre in due cerimonie che si terranno, in momenti diversi, a Torino e ad Auburn Hills Ma il primo omaggio c’è già stato: quello degli operai che per dire addio loro ex-amministratore delegato hanno osservato 15 minuti di silenzio nelle fabbriche del Gruppo, rotti dal suono delle sirene.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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