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Abusi sui minori, don Rugolo in aula: «Sono innocente». E fa ascoltare gli audio del vescovo registrati a sua insaputa

Il prete ennese alla sbarra ha risposto prima alle domande di parte civile, difesa e Pm e presidente della corte

Di Redazione |

«Sono innocente» ha detto ancora don Giuseppe Rugolo, il sacerdote accusato di violenza sessuale aggravata a danno di minori. E per rafforzare la sua posizione ha fatto ascoltare gli audio del vescovo di Piazza Armerina, Rosario Gisana, registrati a sua insaputa, «Caro Giuseppe per te ci sono tutti i presupposti per diventare Santo», diceva monsignor Gisana al prete oggi alla sbarra. Alcuni brani di quella registrazione, fatta proprio da Rugolo dopo che era stato trasferito a Ferrara e allontanato da Enna, sono state ascoltate nell’aula del tribunale dove è in corso il processo.

Rugolo come detto ha continuato a professarsi innocente e si è difeso dicendo che, le migliaia di frame e fotografie a sfondo sessuale, che ritraggono anche giovanissimi, archiviate nel suo computer, sarebbero state frutto di una sorta di test, a cui autonomamente si sarebbe voluto sottoporre, per provare a capire se stesso. «Le pagine si aprivano da sole e anche quando provavo a chiuderle non ci riuscivo».

Risposte elusive

Il sacerdote ha risposto prima alle domande della parte civile, della difesa e a quelle del Pm Stefania Leonte e del presidente Pitarresi che più volte, durante l’udienza, ha sottolineato all’imputato che stava eludendo le domande.

Tra le parti della registrazione, in aula, è stato fatto ascoltare anche un altro brano nel quale il vescovo avrebbe detto a Rugolo che nella diocesi c’era un altro sacerdote «che ha fatto cose molto peggiori delle tue». Rugolo, nel corso della conversazione invita più volte il vescovo a raccontare la sua vicenda personale, facendo intendere che ci sarebbero molti punti di contatto con la sua.

Il vescovo gli inviava le carte

Nel corso dell’udienza è emerso anche il linguaggio volgare che Rugolo utilizzava nelle chat con ragazzi, frutto, a suo dire, di goliardia. Per provare a chiarire come mai avesse nel suo computer copia della denuncia ecclesiastica, presentata dalla vittima alla diocesi, il sacerdote ha spiegato di avere ricevuto tutte le carte dalla segretaria del vescovo.

La sentenza è previsto che dovrebbe arrivare entro il prossimo mese di novembre.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA