A Giarre lo storico “sì” di Gino e Massimo a 40 anni dal delitto omofobo di Giorgio e Toni

Di Maria Gabriella Leonardi / 01 Novembre 2020

GIARRE – La prima unione civile, celebrata ieri in Municipio, è stato un doppio evento: prima perché era la prima volta che due persone dello stesso sesso si univano civilmente a Giarre; in secondo luogo perché, per loro volontà, l’unione è avvenuta nell’anniversario del delitto di due giovani giarresi, Giorgio e Toni, su cui dopo 40 anni non c’è una ricostruzione univoca e condivisa dei fatti, ma la cui morte per il mondo gay è il tragico epilogo di una storia d’amore osteggiata dalla mentalità gretta del tempo.

Il sindaco Angelo D’Anna, che ha celebrato l’unione civile, ha rimarcato: «Oggi è un momento di speranza importante: non solo perché diamo onore e ricordo a chi allora subì questo triste destino, ma anche perché sono cambiate le regole del convivere civile. Dall’impegno che è seguito negli anni assistiamo oggi ad una società in grado di dare maggiore rispetto a tutti, perché tutti abbiamo pari dignità».

Emozionati Biagio Gino Campanella e Massimo Milani, palermitani, tra i fondatori di Arcigay. Gino in smoking bianco con il cilindro. Massimo in abito lungo, rosso sgargiante, con i nomi di Giorgio e Toni scritti sul doppio petto della giacca. «Tra noi non cambia nulla – ha detto Gino – l’amore è sempre quello. Per ricordare Giorgio e Toni e riscattare il loro amore abbiamo deciso di sposarci qui».

Massimo, emozionato, ha rivolto anche un messaggio alle famiglie di Giorgio e Toni: «Essere se stessi è la cosa migliore. Essere felici, non complici di questa società che vuole farci vergognare è la cosa migliore. Il destino di Toni poteva essere diverso se la famiglia fosse stata con lui. Sarebbe stato ancora vivo». Causa Covid-19, tutte le iniziative collaterali sono state annullate, ma l’anno prossimo si pensa di festeggiare a Palermo.

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Redazione
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