A 13 anni da Treviso alla Sicilia in gita d’istruzione per capire la mafia

Di Rita Ippolito / 01 Febbraio 2019

Due classi di terza media dell’IC4 Stefanini di Treviso, la 3ª G e la 3ª H, sono  a Palermo, per un viaggio della legalità. Ieri sono state ricevute dalla professore  Maria Falcone, sorella di Giovanni, alla Fondazione che porta il suo nome, per parlare di antimafia.

Il viaggio fa parte di un progetto più ampio, partito già durante lo scorso anno, quando i ragazzi della classe 2ª G hanno letto, analizzato, sviscerato, discusso, ma soprattutto amato, il libro di Luigi Garlando “Per questo mi chiamo Giovanni”, il racconto del grande sacrificio di Giovanni Falcone, costretto a vivere una vita da topo in gabbia, per mantenere fede al suo impegno contro la mafia, e condannato a perdere la vita, insieme a sua moglie e agli uomini della sua scorta, in una folle esplosione a Capaci. La mafia spiegata da un padre al figlio dodicenne, attraverso il racconto della vita di Giovanni e di quanto accaduto ventisette anni fa. Il confronto, immediato e calzante, con il “Tony” di turno che bullizza i compagni e gli altri che non vedono e non sentono.

I ragazzi hanno pensato di trarne, grazie all’immenso lavoro del loro insegnante di approfondimento, un adattamento teatrale. E così è nato “LO” spettacolo, dove la parola “spettacolo” non ha nulla a che vedere con il divertimento, ma è diventata sinonimo di impegno e di emozioni scaricate a suon di lacrime. E’ stato lo spettacolo di fine anno, è stata la replica, fatta dopo la chiusura della scuola, chiesta a gran voce da tutte le altre classi. E’ stata la “quasi-tournèe” che in autunno ha portato i ragazzi in altre scuole della provincia, a diffondere il messaggio sulla legalità, la giustizia e sull’onestà a partire dalle piccole cose, dalla scuola, da uno sgambetto al compagno debole, dal non-ho-visto-io-non-c’ero.

Nell’ambito del progetto, anche l’incontro, lo scorso ottobre, con uno degli uomini della scorta Falcone, scampato alla strage di Capaci per un puro caso del destino.

In questi giorni, al posto della semplice gita scolastica, le due classi stanno facendo il loro viaggio della legalità a Palermo, a rendere omaggio ai luoghi della Memoria e del Cuore: Capaci, l’Albero Falcone, Via d’Amelio.

Ieri, studenti e insegnanti hanno incontrato, nella sede della Fondazione Falcone, la presidente Maria Falcone, sorella del giudice ucciso dalla mafia nel 1992, per parlare di antimafia e rispetto della legalità. I ragazzi hanno anche donato alla Fondazione il dvd con lo spettacolo “Per questo mi chiamo Giovanni” e una formella realizzata durante i laboratori scolastici, con l’effige di Giovanni Falcone e il simbolo dell’Istituto Comprensivo.

Gli studenti trevigiani, che in questi giorni sono ospiti in un hotel che fa parte dei beni confiscati alla mafia, hanno fatto un tour de force, alternando la visita della città agli incontri programmati, oltre a quello alla Fondazione Falcone, presso le Associazioni Libera e Addiopizzo; hanno visitato i luoghi in cui hanno vissuto i giudici Falcone e Borsellino, la Kalsa, Via d’Amelio, la collina di Capaci, l’Albero Falcone e oggi anche la Casa Memoria di Peppino Impastato a Cinisi.

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Redazione
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