Covid-19
Virus, corretto il bollettino della Sicilia: impennata di casi (+19), 9 sono migranti
CATANIA – Dopo un primo bollettino che riportava la Sicilia tra le regioni italiane a zero contagi sebbene nelle ultime 24 ore fossero diversi i casi di positività venuti fuori dai focolai attivi in Sicilia, il ministero della Salute ha diffuso un bollettino corretto dove viene segnalato l’incremento di 19 casi rispetto a ieri, nove dei quali migranti sbarcati sull’isola, a fronte di un consideravole numero di tamponi, ovvero 3.022.
Il report quotidiano trasmesso dall’assessorato regionale alla Salute al Ministero della Sanità era corretto e nel primo bollettino alcuni numeri erano giusti ma non quello sull’incremento dei casi nelle ultime 24 ore, tanto che la Sicilia era stata inserita tra le 8 regioni a zero contagi. Ma l’errore della prima comunicazione era parso evidente tanto che avevamo parlato di conti che non tornavano nei dati diffusi dal ministero della Salute.
Gli attuali positivi sono quindi 206 mentre ieri erano 194. E anche i casi totali, che nel bollettino di ieri erano 3.196, oggi sono 3.215 con +19 casi, un vera e propria impennata dopo l’incremento di ieri (erano solo 3 in più). Questi ultimi 19 casi sono stati registrati a Catania (5), a Messina (4), a Ragusa (8, i migranti di Pozzallo), a Palermo (1) e ad Agrigento (1).
Dei 206 attualmente positivi, 175 sono in isolamento domiciliare, 29 sono ricoverati in ospedale (ieri erano 22) e 2 sono i casi più gravi in terapia intensiva. Il numero totale dei guariti è 2.726: ieri erano 2.719, pertanto vanno conteggiate sette nuove guarigioni.
Tra i migranti otto casi sono stati individuati in seguito ai test effettuati sui profughi sbarcati a Pozzallo (Ragusa) e uno nel palermitano.
Gli altri dieci pazienti positivi sono così suddivisi per provincia: cinque nel catanese (quattro riconducibili al cluster dell’hinterland etneo e uno in seguito al tampone effettuato prima di un ricovero in ospedale); altri quattro sono stati registrati nel messinese (tre collegati al cluster dell’Istituto ortopedico e uno sempre in seguito al pre triage ospedaliero) e infine uno nell’agrigentino.
In Italia
Risalgono anche in Italia i contagi e pure le vittime da coronavirus, con tamponi quasi raddoppiati. I focolai locali si susseguono, ma i numeri restano bassi e sostanzialmente costanti a livello nazionale: 212 sono i nuovi infetti individuati (170 il giorno precedente), 11 le vittime (dopo quattro giorni di fila a quota 5). La Lombardia dopo quattro giorni a zero nuovi deceduti fa registrare un morto, ma ben 5 sono in Veneto. Ricoverati e pazienti in terapia intensiva sono circa un centesimo rispetto ai picchi di inizio aprile, un segno della lunga strada fatta.
I nuovi casi nelle ultime due settimane sono 5 ogni 100 mila abitanti in Italia, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il dato di gran lunga più ridotto tra i grandi Paesi europei. Insomma il virus circola ancora, ma ci si ammala molto meno e molto meno gravemente di prima.
Così l’attenzione è tutta sui cluster localizzati. Le tappe del Festival Itinerante della Notte della Taranta nei 19 comuni del Salento, in Puglia, sono state annullate in via preventiva, dopo che il Comune di Carpignano (Lecce) ha cancellato la propria serata del 6 agosto a causa di un focolaio di Covid-19. Altri focolai si segnalano in Valle d’Aosta – 10 casi tra i lavoratori di un alpeggio -, nelle Marche a Montecopiolo (Pesaro Urbino), dopo una festa a cui avevano partecipato molte persone e che è sfociata con 70 in isolamento, di cui 5 positivi. In Piemonte, a Saluzzo nel Cuneese, il numero dei nuovi infetti balza da 8 a 22 in pochi giorni. I casi sarebbero circoscritti ad una comunità di accoglienza, già oggetto di contagio un paio di mesi fa, che si occupa in particolar modo di migranti africani. Nessuno dei positivi presenta sintomi gravi.
I presidenti di Regione corrono ai ripari e se in Campania Vincenzo De Luca esorta a «mantenere alta la guardia», nel Lazio sono al via i test su base volontaria ai passeggeri in arrivo in pullman da tre Paesi a rischio, Romania, Bulgaria e Ucraina. Si svolgeranno alla Stazione Tiburtina di Roma, il grande hub dei bus che riportano in Italia soprattutto donne che lavorano come badanti. A destare preoccupazione quindi soprattutto chi sta a contatto con gli anziani e le persone più fragili, le categorie maggiormente a rischio.
In Sicilia come detto i contagi sono aumentati di 19 unità, ma i numeri restano abbastanza rassicuranti in generale in Italia. Le terapie intensive hanno addirittura il 99% di pazienti in meno rispetto ai picchi di inizio aprile (sono 40, erano oltre 4 mila). I ricoverati nel complesso sono diminuiti del 97,4% rispetto al periodo più buio dell’emergenza. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA