Vaccino può bloccare contagiosità, test sulla variante inglese

Di Elisabetta Guidobaldi / 22 Dicembre 2020

Copertura al 95%, ipotesi che blocchi anche l’infezione e quindi la contagiosità, nessuna controindicazione. Il vaccino che arriva agli italiani come regalo di Natale per combattere la pandemia promette anche di essere facilmente “modulabile” nel caso in cui sia necessario aggiornarlo contro la variante Gb.

ll vaccino Pfizer-BionTech «è approvato per tutta la popolazione sopra i 16 anni e non ha controindicazioni assolute». A poche ore dall’ok dell’Ema, l’Agenzia italiana del farmaco, con il presidente Giorgio Palù e il direttore generale, Nicola Magrini, fanno il punto su Comirnaty, il nome commerciale del vaccino Pfizer.

«Oggi è disponibile un vaccino con un margine di sicurezza elevatissimo, intorno al 95%», ha detto Palù. «Non sono richieste accortezze particolari per sottopopolazioni specifiche né per anziani o immunodepressi, inclusi chi ha problemi di coagulazione del sangue o sanguinamento. Anche per la gravidanza e allattamento». La seconda dose del vaccino – ha spiegato il direttore generale dell’Aifa, Magrini – va fatta a 3 settimane dopo la prima e la risposta immunitaria della prima dose è già visibile in 6-7 giorni. Nella rara ipotesi che ci si infetti in questo breve lasso di tempo, lo si sarebbe verosimilmente in forma più lieve».
In dirittura d’arrivo anche il vaccino Moderna per l’Europa con la riunione straordinaria dell’Ema il 6 gennaio e un incontro pubblico l’8 gennaio per informare i cittadini.

E mentre sui vaccini è calata l’incognita della variante inglese, tanto da indurre le aziende Pfizer e Moderna ad un surplus di test, resta l’ottimismo sull’efficacia dei sieri. Ma la ‘buonissima notizià, come l’ha definita il presidente dell’Aifa Palù, «è che i vaccini inducono immunità sterilizzante» ovvero, oltre a proteggere dalla malattia Covid, evitano un’infezione asintomatica e rendono il soggetto non contagioso».

Queste, specifica all’ANSA, sono «osservazioni preliminari andranno confermate da evidenze» e sarà anche uno degli obiettivi della farmacovigilanza Aifa. Inoltre l’Aifa attiverà sorveglianza con capacità di analisi a 3, 6 e 9 mesi per capire la risposta immunitaria nella popolazione italiana.

Sulle modalità di somministrazione del vaccino «in questa prima fase – ha sottolineato il direttore generale dell’Aifa Magrini – e per i primi 2 o 3 mesi, il vaccino sarà coordinato e somministrato attraverso la struttura commissariale e le regioni». Operatori sanitari e Rsa interessati alla somministrazione del vaccino «saranno identificati sulla base di specifiche liste regionali». Per i prossimi mesi, dunque, non ci sarà un meccanismo di prenotazione ma di chiamata».

E su una eventuale necessità di aggiornamento del vaccino in funzione delle mutazioni di Sars-Cov-2 interviene Palù: «Il vaccino è facilmente modulabile in caso di mutazioni. Ha un vantaggio in più rispetto alle tecnologie tradizionali».
Intanto una riunione straordinaria con gli Stati membri è stata convocata dall’Oms Europa per valutare la strategia da intraprendere di fronte alla nuova variante di Covid esplosa in Gran Bretagna, ha reso noto il direttore dell’Oms Europa. Ma le aziende sono già in piena attività. «In base ai dati che abbiamo ci aspettiamo che l’immunità dal vaccino sia protettiva contro la variante – afferma Moderna in un comunicato – faremo dei test aggiuntivi nelle prossime settimane per confermarlo». Anche Pfizer, «sta già generando dei dati su quanto il sangue di persone vaccinate sia capace di neutralizzate il nuovo ceppo». Il Ceo di Biontech, Ugur Sahin, fondatore dell’azienda tedesca che ha sviluppato il vaccino con Pfizer, ha ricordato che le proteine del virus coincidono al 99% con quelle dei ceppi più diffusi, e quindi c’è fiducia che il vaccino funzioni. Un adeguamento del vaccino alla nuova variante del virus comparsa in Gran Bretagna «durerebbe sei settimane».

Infine sulle reazione allergiche in 8 persone nelle scorse 2 settimane al vaccino Pfizer, riferisce il sito di Science, sta lavorando l’Istituto di malattie infettive Usa Niaid in collaborazione con l’Fda per studiare una sostanza mai utilizzata finora nei vaccini, glicole polietilenico (Peg) usato per ‘impacchettarè l’Rna messaggero, l’ingrediente principale del vaccino. Mai usato in un vaccino approvato, si trova invece in molti prodotti di uso quotidiano, come dentifrici, shampoo e solventi.

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Pubblicato da:
Redazione
Tag: covid pfizer biontech vaccino vaccino sicuro