La terza dose anche per altre fasce di età, probabilmente nei prossimi mesi per gli over 60. Dopo gli immunodepressi, gli ultraottantenni e i sanitari, la somministrazione del cosiddetto "booster" potrebbe essere estesa ulteriormente nei prossimi mesi. Lo stesso ministro della Salute, Roberto Speranza, chiarisce: «sarà allargata anche ad altri ambiti, ma ci guiderà la comunità scientifica e valuteremo fin dove dovremo arrivare. Penso alla popolazione un pò più anziana, e poi decideremo se dobbiamo allargarla alle altre fasce». Risolta da tempo la questione dell’approvvigionamento del siero, bisognerà adesso solo stabilire i fino a quali categorie scalare a ritroso gli step per età. E «non è affatto scontato», sottolinea il coordinatore del Cts, Franco Locatelli, che si arrivi ai soggetti sani e giovani.
Se l’obiettivo del generale Francesco Figliuolo è ormai vicino (siamo al 78,24 % della popolazione over 12 che ha completato il ciclo vaccinale rispetto all’80% prefissato entro fine settembre, terza dose esclusa) l’asticella di alcune regioni, in particolare quelle più virtuose, è alzata al 90% di immunizzati. Con questa percentuale alcuni territori, tra cui il Lazio, pensano ad aperture generalizzate e al 100%. In effetti i dati sui download del certificato verde, anche alla luce dell’introduzione dell’obbligo del Green pass in vari ambiti, continuano a moltiplicarsi: finora sono già stati scaricati 90 milioni di lasciapassare, compresi quelli legati ai tamponi. Anche il premier Mario Draghi in queste ultime ore ha ribadito che «la vaccinazione è alla base della ripresa, gli scolari sono tornati a scuola: è stato un passaggio difficile ma tutto sommato risolto con successo». I risultati al momento sembrano garantire dati stabili: nelle ultime 24 ore, su 295.452 test effettuati, in 3.212 sono risultati positivi al Covid (l'1,1%) mentre resta quasi invariato il numero quotidiano delle vittime (63). Sono 450 i pazienti ricoverati in terapia intensiva per il virus, in calo di nove rispetto alle cifre precedenti nel saldo tra entrate e uscite. Gli ingressi giornalieri sono 23. I ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono 3.317, ovvero 101 in meno. Ma il bilancio dei decessi in questa pandemia, tracciato da Franco Locatelli, resta grave: «il Covid-19 è diventato la quarta causa di morte nel nostro Paese», dice. E c'è chi sta peggio. Negli Stati Uniti – dove Youtube ha anche cancellato gli account di diversi attivisti no vax diventati popolari sui social e messo al bando le disinformazioni su tutti i vaccini approvati – la mortalità da coronavirus rappresenta la terza causa di morte nel 2020.
Con il costante aumento dei numeri sul Green pass e il nuovo parere del Cts sulle capienze (75% stadi, 50% palazzetti, 80% teatri, cinema e sale concerti, 100% all’aperto, nessuna restrizione per i musei), al Governo intanto non resta che definire tempi e modi dell’aumento della presenza nelle strutture per gli eventi sportivi e dello spettacolo. Percentuali che per alcune realtà non bastano. Secondo i promotori del documento firmato dai produttori di musica dal vivo, dalle principali associazioni di categoria e da più di 300 artisti italiani e stranieri «l'aumento all’80% della capienza per gli spettacoli al chiuso – sottolineano – è totalmente inadeguato e inutile sia per la maggior parte dei concerti già più volte rinviati, sia per quelli futuri che necessitano di capienze al 100% e nessun distanziamento». Resta congelato al momento il capitolo discoteche.
«Il 7 ottobre – preannuncia Gianni Indino, presidente del Silb-Fibe Emilia-Romagna, il sindacato dei locali da ballo di Confcommercio – si riuniranno a Roma i nostri organi federali e se a quella data non si sarà ottenuto l’ok alla ripartenza delle attività di ballo o almeno un tavolo istituzionale in cui discuterne, si deciderà di mettere in campo quelle proteste molto rumorose che abbiamo annunciato».