Covid-19
Vaccini, la Sicilia ha oltre 100 mila dosi di Astrazeneca in scadenza da smaltire
La Sicilia si ritrova a dovere smaltire il prima possibile 107.765 dosi di AstraZeneca evitando di farle scadere. E ora la Regione dovrà riprogrammare gli open day riservandoli a chi ha più di 60 anni visto lo stop al vaccino anglo-svedese per tutti gli under 60 con la raccomandazione di utilizzare i vaccini mRna (Moderna o Pfizer) come seconda dose anche per chi ha ricevuto il primo siero a vettore virale (e cioè Astrazeneca, visto che J&J è a dose unica).
A coloro che hanno un’età inferiore di 60 anni e hanno già ricevuto la prima dose AstraZeneca, secondo le disposizioni nazionali, saranno garantite le seconde dosi con Pfizer o Moderna.
In tutto ci sono quasi 26 milioni di italiani che devono ancora avere la prima dose di vaccino e altri 13,6 milioni che devono fare il richiamo e di questi almeno 900mila hanno avuto la prima dose con Astrazeneca e che ora faranno la seconda con Pfizer e Moderna. Sia Pfizer che Moderna entro la fine di settembre dovrebbero consegnare poco più di 52 milioni di dosi. Il rischio è che possa rallentare la campagna di vaccinazione di massa, con il conseguente slittamento dell’immunità di gregge prevista dal commissario per l’emergenza Francesco Figliulo proprio a fine settembre.
Non solo: l’Italia, se verranno confermeranno le previsioni sugli arrivi fino alla fine del terzo trimestre, rischia di ritrovarsi nei frigoriferi milioni di dosi di Astrazeneca e Johnson e Johnson inutilizzabili.
La decisione del ministro della Salute Roberto Speranza, su indicazione degli esperti del Comitato tecnico scientifico dopo la morte della 18enne a Genova e le perplessità di parte della comunità scientifica, ha già obbligato le Regioni a cancellare gli open day – che se verranno riorganizzati dovranno «rispettare le indicazioni per fasce d’età» – e a rivedere l’agenda delle prenotazioni.
A preoccupare, come ha ammesso lo stesso Figliuolo, è il rischio che la campagna possa subire un rallentamento: «Se si fa un piano che poggia su 4 gambe più una che poteva essere Curevac e se poi una di queste gambe viene azzoppata o limitata è chiaro che tutti i piani si rivedono. Non faccio fosche previsioni, sono convinto che a settembre chiudiamo, ma se dovessimo aggiungere un’altra platea, ad esempio 6-15 anni, se Curevac non arriva e se ci sono altri intoppi è chiaro che non ce la faremo».
Stando ai numeri forniti da Figliuolo al Cts, entro la fine del mese dovrebbero arrivare ancora 7,2 milioni di dosi di vaccini a mRNA (5,8 di Pfizer e 1,4 di Moderna), ai quali vanno aggiunti i 45 previsti nel terzo trimestre (31 di Pfizer e 14 di Moderna) per un totale di 52,2 milioni. Se poi verrà approvato il siero di Curevac, entro la fine di settembre l’Italia potrà contare su altri 6,5 milioni, per un totale di 58,7 milioni di dosi di vaccini a mRNA. Una cifra che, come ha detto Figliuolo, consente di andare «lisci lisci» solo se non ci saranno altri intoppi.
Lo stesso generale, tra l’altro, già il 10 maggio in una nota al Cts aveva segnalato che la quantità di vaccini a mRNA sarebbe stata inferiore alla necessità. «Alla luce del numero di persone già vaccinate e di quello che ha ricevuto la prima dose e che, pertanto, necessità delle seconda – scriveva – sono stati definiti i fabbisogni necessari per ultimare la campagna entro settembre in 73 milioni di dosi a fronte di un previsionale di afflusso di circa 68. In sostanza, il fabbisogno di vaccini a mRNA risulta superiore al previsionale delle forniture». Considerando che a questa situazione si sono aggiunti i richiami per 900mila e i 2,3 milioni di 12-15enni, i numeri sono al limite.
C’è poi l’incognita Johnson & Johnson. All’interno del Cts c’è stata una lunga discussione tra chi voleva equipararlo ad Astrazeneca e chi invece sosteneva che non ci fossero abbastanza dati e, alla fine, è passata questa linea. Pur considerando le analogie con Az, hanno scritto gli esperti nel verbale, «lo stato attuale delle conoscenze, il numero di poco superiore al milione di dosi somministrate e la rarità» delle trombosi, «non permettono di trarre valutazioni conclusive rispetto al rapporto beneficio/rischio». Ma già adesso questo vaccino è raccomandato per gli over 60. Di certo c’è che, sempre in base ai numeri di Figliuolo, ci sono ancora 3,5 milioni di over 60 che non hanno avuto neanche la prima dose e 3,9 che devono fare i richiami. Che richiedono complessivamente tra i 7,4 e gli 11 milioni di dosi. Ma l’Italia, alla fine di settembre, potrebbe avere più di 50 milioni di dosi di Astrazeneca e J&J visto che a giugno erano previsti 10 milioni e nel terzo trimestre 40,7. Se non andranno ai paesi Covax, come ha ipotizzato il Commissario, il rischio che scadano nei frigoriferi è altissimo.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA