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Vaccini, «Io, poliziotto, ho detto sì all’AstraZeneca per senso etico e del dovere»

Di Carmelo Riccotti La Rocca |

Ragusa – Anche a Ragusa la sospensione, seppur momentanea, del vaccino AstraZeneca, ha scatenato, inevitabilmente, le preoccupazioni di chi rientra tra le categorie che devono essere vaccinate proprio con le dosi del vaccino che l’Aifa aveva bloccato fino alla decisione dell’Ema che, giovedì pomeriggio, ha rassicurato tutti definendo AstraZeneca “sicuro ed efficace”. Può bastare questo a rassicurare chi è chiamato a fare la prima dose o il richiamo? Certamente no, tanto è vero che nella giornata di ieri, che ha visto la riattivazione degli Hub provinciali, sono stati in molti a non presentarsi.

Ad essere maggiormente preoccupati sono coloro i quali hanno ricevuto il vaccino appartenente ad uno dei lotti poi sequestrati per via di alcuni decessi sospetti. Tra queste persone c’è anche il Segretario nazionale del Sindacato Autonomo di Polizia (SAP), Giuseppe Coco. «Quando mi sono vaccinato – afferma Coco – ho fatto una scelta consapevole, perché, da persona mediamente informata, ero cosciente del fatto che potessi essere esposto a un certo fattore di rischio. Un vaccino che ha circa 10 mesi di sperimentazione, certamente espone ad un possibile rischio. Ho fatto, quindi, una scelta consapevole, perché ritengo che vaccinarsi sia un dovere etico e morale, ed ho sempre detto che la vaccinazione è un atto di fede anche nei confronti della scienza. Io sono ansioso di natura, quindi è chiaro che ho affrontato questo periodo con una certa preoccupazione, anche perché a 12 ore dalla somministrazione ho avuto una reazione con una forte febbre che mi ha messo a dura prova ed ho avuto strascichi per circa 20 giorni. Ciò che certamente mi ha spaventato e ci ha spaventati, sono stati gli eventi avversi che sono accaduti nel corso negli ultimi giorni. Io da catanese ho vissuto da vicino la tragedia dell’amico Davide Villa (il poliziotto deceduto il 7 marzo scorso dopo aver fatto il vaccino AstraZeneca), un collega con cui ho condiviso i miei 31 anni di Polizia. Una morte che ha colpito tutti perché, anche se ad oggi non c’è una evidenza scientifica che la possa collegare alla somministrazione del vaccino, certamente la coincidenza temporale lascia dei dubbi».

Coco spiega poi che sin all’inizio della campagna vaccinale, il SAP ha provato a richiedere che la categoria venisse vaccinata con un siero diverso da AstraZeneca. «Come rappresentanti della Polizia di Stato – afferma il Segretario nazionale del SAP – da subito abbiamo manifestato perplessità riguardo la scelta di farci vaccinare con AstraZeneca e già nei primi giorni di febbraio abbiamo scritto una nota all’allora capo della polizia Franco Gabrielli chiedendo di rivalutare l’opportunità di somministrare al personale il vaccino in questione, non per preoccupazioni legate ai rischi, ma più che altro perché veniva presentato, tra tutta la gamma di vaccini a disposizione, come quello che garantiva una minore protezione rispetto alla possibilità di infettare e contagiare. Trattandosi di una categoria, la nostra, che lavora a stretto contatto con le persone, chiedevamo di fare, quindi, un altro vaccino».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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