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Vaccini, il “balletto” sull’uso di AstraZeneca: ecco tutti i cambiamenti apportati finora

Di Redazione |

ROMA – Prima autorizzato solo fino a 55 anni, poi sospeso in attesa dell’Ema dopo alcuni episodi di trombosi, poi raccomandato per gli over 60. Da quando ne è stata autorizzata la somministrazione, fino ad oggi, le indicazioni dell’Aifa sull’utilizzo del vaccino di Astrazeneca – che il 30 marzo diventerà Vaxzevria – sono cambiate più volte, anche sulla base dei dati aggiornati via via a disposizione.

30 GENNAIO 2021 Arriva il via libera in Italia ad Astrazeneca per l’utilizzo preferenziale dai 18 ai 55 anni. Il vaccino, si legge nella nota dell’Aifa, è autorizzato «per la prevenzione del Covid-19 nei soggetti al di sopra dei 18 anni, come da indicazione Ema». La Cts dell’Agenzia, inoltre, «nel tentativo di contestualizzare le migliori condizioni di utilizzo di questo vaccino rispetto agli altri vaccini disponibili2 (Pfizer e Moderna) ha suggerito «un utilizzo preferenziale dei vaccini a RNA nei soggetti più anziani e/o più fragili» e «un utilizzo preferenziale del vaccino AstraZeneca, in attesa di acquisire ulteriori dati, in soggetti tra i 18 e i 55 anni, per i quali sono disponibili evidenze maggiormente solide».

2 FEBBRAIO 2021 Due giorni dopo la Cts dà il via libera anche per gli over 55 in buona salute. «In attesa di acquisire ulteriori dati, anche dagli studi attualmente in corso, al momento per il vaccino Astra Zeneca si suggerisce un utilizzo preferenziale nelle popolazioni per le quali sono disponibili evidenze maggiormente solide, e cioè soggetti giovani tra i 18 e 55 anni. Si ribadisce tuttavia che, sulla base dei risultati di immunogenicità e dei dati di sicurezza, il rapporto beneficio/rischio di tale vaccino risulta favorevole anche nei soggetti più anziani senza fattori di rischio».

17 FEBBRAIO 2021 L’ok ufficiale alla somministrazione agli over 55, ma solo fino a 65 anni in buona condizione di salute, c’è due settimane dopo. “Aifa si è sempre attenuta alle indicazioni dell’Ema – disse il presidente Giorgio Palù – ha sempre detto e sostenuto che il vaccino fosse per tutte le età, ha solo consigliato inizialmente quella fascia (18-55, ndr) in base ai dati clinici pervenuti». Ma «i dati si accrescono nel tempo e vanno utilizzati man mano che arrivano». 11 MARZO 2021 Iniziano i problemi: si registrano alcuni «eventi avversi gravi” che spingono l’Aifa a sospendere prima un lotto (ABV2856) e, quattro giorno dopo, il 15, l’utilizzo di Astrazeneca in tutta Italia, come deciso anche in altri paesi europei in attesa del pronunciamento dell’Ema sul possibile legame tra il vaccino e le trombosi. Parere che arriva il 18 marzo: il giorno dopo viene revocato il divieto di utilizzo.

7 APRILE 2021 A meno di due mesi dall’ultima decisione si cambia ancora: Astrazeneca viene raccomandato per i soggetti over 60. «Sulla base delle attuali evidenze, tenuto conto del basso rischio di reazioni avverse di tipo tromboembolico a fronte dell’elevata mortalità nelle fasce di età più avanzate – dice la circolare del ministero della Salute – si rappresenta che è raccomandato un suo uso preferenziale nelle persone sopra i 60 anni. Chi ha già ricevuto una prima dose Vaxzevria, può completare il ciclo col medesimo vaccino». Due settimane dopo, una circolare analoga del ministero estende la raccomandazione anche al vaccino di Johnson&Johnson, il cui via libera era stato dato il 12 marzo 11 MAGGIO 2021 Il ministero della Salute chiede di valutare la possibilità di estendere sia Astrazeneca sia J&J alla fascia 50-59 anni. E’ la questione che viene poi riportata nel verbale del giorno successivo del Comitato tecnico scientifico nel quale tra l’altro si ricorda che l’uso di entrambi «è approvato sia dall’Ema sia dall’Aifa per i soggetti al di sopra di 18 anni», che «c’è un rapporto rischi/benefici che è incrementale con l’aumento dell’età» e che i casi di trombosi si sono osservati “in larga prevalenza in persone sotto i 60 anni di età» e questo ha portato le autorità sanitarie a dare «l’indicazione preferenziale per i soggetti di età uguale o superiore ai 60 anni».

Gli esperti sottolineavano inoltre che in quel momento la circolazione del virus era di 400 casi ogni 100mila abitanti, con «il numero di casi ogni 100mila persone che sviluppano i fenomeni trombotici risulta pari a 1.1 mentre il numero di morti dovuti a Covid prevedibili è pari a 8 ogni 100mila persone». Alla luce di tutto ciò, Il Cts «non rileva motivi ostativi» ai vaccination day «mirati ad offrire, in seguito ad adesione/richiesta volontaria, i vaccini a vettore adenovirale a tutti i soggetti di età superiore ai 18 anni».

26 MAGGIO 2021 L’Aifa scrive che «la sicurezza della somministrazione di Astrazeneca nei soggetti di età inferiore a 60 anni rimane un tema ancora aperto e sul quale vi sono margini di incertezza». Nonostante questo, il gruppo di lavoro Emostasi e Trombosi dell’Aifa ritiene che il completamento del ciclo vaccinale con la seconda dose agli under 60 «rappresenti la strategia di contrasto alla diffusione del virus SarsCoV2 che garantisce il migliore livello di protezione». 11 GIUGNO 2021 Il vaccino di Astrazeneca è fortemente raccomandato per gli over 60 mentre chi ha meno di sessant’anni e ha già fatto una dose del siero a vettore virale farà la seconda con Pfizer o Moderna. E’ questa l’indicazione contenuta nel parere del Comitato tecnico scientifico dopo gli ultimi sviluppi di cronaca. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA