Vaccini a fascia 12-15 anni ma per adesso soltanto a mRna

Di Silvana Logozzo / 28 Maggio 2021

ROMA – Otto milioni e mezzo di adolescenti italiani entreranno a pieno titolo a partire da lunedì prossimo 30 maggio nella campagna vaccinale contro il Covid. Dopo l’approvazione dell’Agenzia europea del farmaco (Ema) alla somministrazione di Pfizer-BioNTech per la fascia d’età tra i 12 e i 15 anni avvenuta oggi, il presidente dell’ente regolatorio italiano Giorgio Palù ha annunciato che l’Aifa recepirà l’autorizzazione in un paio di giorni. «È una novità importante, pensando anche alla riapertura delle scuole a settembre. Se continuiamo ad avere cautela, con il quadro epidemiologico che mostra segnali incoraggianti, possiamo guardare al futuro con più fiducia», ha commentato il ministro della Salute Roberto Speranza.

«Per i ragazzi al momento verranno somministrati solo vaccini a mRna – ha sottolineato Palù -, quello che sappiamo è che la risposta immunitaria è molto elevata, come ci si attende in un sistema immunitario giovane. Non solo, ma la protezione dopo la prima dose è oltre il 90% ed è vicina al 100%, se non al 100% dopo la seconda dose. I bambini rispondono benissimo e sono protetti». E ancora: «Abbiamo imparato che con le varianti più contagiose, anche i bambini si infettano e possono essere una via di trasmissione. Questo vaccino – ha ricordato il presidente dell’agenzia del farmaco – si aggiunge per fascia d’età ma non rientra ancora in quello che è il calendario vaccinale per la vita». Dello stesso parere Massimo Galli, infettivologo dell’Ospedale Sacco di Milano. «Piaccia o non piaccia, i giovani, anche se sono meno colpiti da effetti gravi, sono un serbatoio importante del virus e in particolare di alcuni varianti. Quindi mantengono in circolo il problema». Ed anche il Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, alla conferenza stampa al ministero della Salute sull’analisi dei dati del monitoraggio settimanale della Cabina di Regia spiega l’importanza che anche le popolazioni più giovani si vaccinino «perchè non sono esenti dal contrarre l’infezione».

Ma esperti e pediatri sanno già, per lunga esperienza, quanto sarà importante la comunicazione ai genitori. «E importante trasmettere a madri e padri, specie a quelli contrari e che resistono all’idea di far vaccinare i figli, un’informazione corretta per far acquisire consapevolezza dei benefici dell’immunizzante», afferma la neopresidente della Società italiana di pediatria Annamaria Staiano. «Del resto – continua – le persone che si oppongono ai vaccini, anche a quelli obbligatori, ci sono sempre stati. L’unica via è informarli bene». «La copertura vaccinale per gli adolescenti è fondamentale per garantire un accesso scolastico protetto, quindi come pediatri la raccomandiamo a tutti». E proprio per avere un un accesso informato al vaccino, Staiano indica che per la somministrazione ai giovanissimi «ci si dovrebbe servire dei distretti vaccinali e dei pediatri di libera scelta. E solo successivamente, se serve, di scegliere le scuole». Anche Moderna sta lavorando negli Usa sul vaccino per i giovani e ha arruolato 3000 ragazzi tra 12 e 17 anni di età per i test. Intanto le aziende farmaceutiche hanno già avviato gli studi sui bambini dai 6 mesi agli 11 anni e prevedono tempi di approvazione abbastanza veloci. Pfizer auspica di ottenere il via libera entro l’inizio del 2022 poichè dal marzo scorso il suo immunizzante è stato somministrato ai primi bambini sani in uno studio globale di fase 1/2/3 per valutare sicurezza, tollerabilità e immunogenicità. La tabella di marcia prevede l’inoculazione di due dosi a circa 21 giorni di distanza in tre gruppi di età: bambini dai 5 agli 11 anni, dai 2 ai 5 anni e dai 6 mesi ai 2 anni. 

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