Catania – Due uomini delle istituzioni, legati alle loro divise: quelle della Marina militare e della Polizia di Stato. E’ il tratto che accomuna le due vittime al centro delle indagini dei carabinieri del Nas su morti sospette dopo l’inoculazione di dosi dello stesso lotto del vaccino Astrazeneca bloccato dall’Aifa. Le inchieste per omicidio colposo sono state aperte dalle Procure di Siracusa e di Catania e proprio dagli inquirenti di quegli uffici giudiziari arriva un segnale importante: i pm titolari delle indagini si sono vaccinati proprio con Astrazeneca, subito dopo aver formalizzato i propri atti. «Bisogna avere fiducia», dicono.
Il primo ‘farò è stato acceso sulla morte di Stefano Paternò, 43 anni, maresciallo della Marina militare in servizio ad Augusta, nel Siracusano. Originario di Corleone (Palermo), ma residente a Misterbianco (Catania), è morto due giorni fa per un arresto cardiaco nella sua abitazione. Il giorno precedente si era sottoposto alla prima dose di vaccino. Il secondo caso riguarda Davide Villa, 50 anni, poliziotto in servizio alla squadra mobile di Catania, impegnato in delicate indagini anche per lo Sco. Si è sentito poco bene un giorno dopo la somministrazione del vaccino dello stesso lotto ABV2856 di Astrazeneca. E’ stato suo fratello, il noto fotoreporter Fabrizio Villa, a portarlo in ospedale. E’ morto cinque giorni fa all’ospedale San Marco, due settimane dopo il ricovero per un’emorragia cerebrale.
La famiglia del sottufficiale della Marina, assistita dall’avvocato Dario Seminara, chiede «giustizia e di conoscere la verità». La moglie, Caterina Arena, vuole si indaghi per “capire se a provocare la morte di mio marito sia stato il vaccino». La coppia ha due figli maschi di 14 e 11 anni. «Era un servitore dello Stato – ricorda – che credeva nel suo lavoro, e amava essere operativo e la sua passione era essere impegnato in missione sulle navi della Marina. Aveva preso parte anche a salvataggi in mare di migranti. Era fiero del suo lavoro». Lunedì scorso aveva fatto il vaccino Astrazeneca ad Augusta. Poi nel pomeriggio era rientrato a casa, dalla famiglia, a Misterbianco. Stava bene, fino a sera, quando si è sentito male e ha avuto la febbre, con la temperatura che gli è salita a 39 gradi. «Ha preso una Tachipirna e la febbre è scesa – ricostruisce la donna – si è sentito meglio e siamo andati a letto. Durante la notte mi sono svegliata perché si lamentava: tremava e quasi balbettava. Mi sono preoccupata e, allarmata, ho chiamato il 118. I soccorritori hanno cercato di rianimarlo, gli hanno praticato anche un massaggio cardiaco, ma è stato tutto inutile…». Il tampone anti Covid a cui il sottufficiale è stato sottoposto ha dato esito negativo. E sulla morte del poliziotto a Catania la donna preferisce non parlare: «non me la sento…».
«Verità e chiarezza» le chiedono anche i familiari di Davide Villa, una ‘passionè per le indagini. Tanto da farlo entrare in polizia appena diventato maggiorenne. Lascia la moglie, un magistrato, Anna Maggiore, e un figlio di 12 anni. «Niente e nessuno mi ridarà indietro mio fratello – commenta Fabrizio Villa ancora scosso dal decesso del fratello – ma scoprire perché è morto interessa tutti noi, perché la salute è un bene prezioso. Era amato da noi e dai suoi colleghi. E la polizia ci è stata veramente vicina. Ma abbiamo bisogno di avere delle spiegazioni. Bisogna fare luce su quanto accaduto perché ci vuole chiarezza per tutelare la salute di tutti».
E’ quello che stanno facendo gli inquirenti che indagano sui due decessi ed è proprio da loro che arriva, anche con un gesto simbolico, l’invito ad «avere fiducia» nei vaccini come unico vero modo per uscire dalla pandemia. Il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, e il pm di Siracusa Gaetano Bono, si sono entrambi vaccinati con Astrazeneca subito dopo aver svolto i primi atti istruttori. «L’ho fatto con la coscienza tranquilla di esercitare un mio diritto alla salute e un dovere nei confronti degli altri. Farsi vaccinare è l’unica misura che può portarci fuori da questa pandemia», ha detto Zuccaro. Concetti analoghi da Bono: «Ritengo sia fondamentale avere fiducia nella campagna vaccinale. Mi hanno somministrato la prima dose proprio dopo poche ore aver saputo della morte di Paternò. Sono convinto che la campagna dei vaccini debba andare avanti, perché prima saremo vaccinati e prima supereremo questa emergenza sanitaria. Non si può non avere fiducia».