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Super Green pass per over 50, a Catania il “caso” della prof Liliana Nigro

Il Commissario Covid dell'Area Metropolitana di Catania, Pino Liberti: «Sospendere la retribuzione ai lavoratori over 50 non vaccinati e sprovvisti di “super green pass” è una scelta del governo nazionale, che non va commentata»

Di Maria Elena Quaiotti |

Ieri è stato il primo giorno formale dell’obbligo del green pass rafforzato per chi ha più di 50 anni o è in procinto di compiere il mezzo secolo di età. Per chi non ha il super green pass (da vaccino o guarigione) fino al 15 giugno 2022 restano, oltre al divieto di mettere piede sul luogo di lavoro, anche l’esclusione dall’opzione dello “smart working” e, in ambito scolastico, dalla dad; inoltre è scattata in automatico la sospensione dalla retribuzione, con sanzioni previste da 600 a 1.500 euro.

In provincia, in realtà, la situazione è migliore che altrove: «Il vaccino, fino a prova contraria – ha precisato Pino Liberti, commissario Covid – oggi è una libera scelta. Sospendere la retribuzione ai lavoratori over 50 non vaccinati e sprovvisti di “super green pass” è una scelta del governo nazionale, che non va commentata. Ma per quanto riguarda la nostra provincia non è più questo il target da “convincere”. I dati ci dicono infatti che per la fascia 50-59 si è raggiunta la soglia del 90% di immunizzati, per i 60-69 e 70-79 anni siamo al 96%, per gli over 80 siamo al 97%. Bisogna invece spingere molto, e con convinzione, la vaccinazione in età scolare. Informazione, sensibilizzazione, promozione della prevenzione e, aggiungo, senso di responsabilità, non possono venire meno. Ciascuno deve fare la propria parte, famiglia, scuola e pediatri a cui in particolare rivolgo un nuovo appello». Sono “divisi” i sindacati, pur uniti nel comune intento di evitare, inevitabili, discriminazioni fra i lavoratori vaccinati e non. «La legge è stringente – ha commentato Carmelo De Caudo, segretario generale Cgil – e ha creato difficoltà e confusione. Noi siamo stati per l’obbligo vaccinale per tutti, fin da agosto 2021. Il governo nazionale doveva avere più coraggio». 

«Più che i pochi over 50 privi di vaccino – ha sottolineato Rita Ponzo, Fisascat Cisl – sono tanti gli under 50, stremati economicamente nell’utilizzo dei tamponi. Noi rispettiamo le regole, ma anche la volontà e libertà di chi sceglie di non vaccinarsi, ma che rispettino le disposizioni del ministero della Salute».  «Le conseguenze – ha incalzato Angelo Mazzeo, Ugl metalmeccanici – nelle aziende le vedremo nel tempo, in termini di produttività: noi non siamo d’accordo con le disposizioni nazionali, che ledono la libertà individuale, fermo restando il continuo appello alla vaccinazione; le stesse aziende sono “sotto ricatto” per non incorrere a loro volta in sanzioni».

Per quanto pochi siano gli over 50 catanesi ancora non vaccinati, comunque ci sono. E alcuni rischiano di diventare veri e propri “casi”. «È davvero una democrazia, una repubblica, “neo-fondata” sul green pass più che sul lavoro?»: sembra già di sentirla la voce di Vittorio Sgarbi, il critico d’arte e parlamentare atteso in città il prossimo 26 febbraio a sostegno di Liliana Nigro, docente di Fashion design e Scenografia all’Accademia di Belle arti della città, 53 anni e non vaccinata. «È un’icona dell’Accademia – così la descrivono i suoi studenti – non intendiamo andare contro le leggi e le istituzioni, chiediamo soltanto che non ci venga tolta del tutto, consentendole di continuare a fare lezione in dad». A sostegno della professoressa Nigro è sceso in campo anche l’attore Andrea Tidona, “tri”-vaccinato: «Si può continuare ad insegnare senza infrangere le regole del cosiddetto distanziamento sociale – ha detto – a un professore così amato dai suoi alunni andrebbe fatto un monumento, invece viene allontanato dalla scuola, perché non vaccinato. Ma è mai possibile che non ci sia una voce autorevole, ad esempio nel mondo mediatico, che si spenda in questo caso? È sconfortante che in un Paese come l’Italia si arrivi a questo, sorge spontanea la domanda: ma questa è democrazia?». 

Abbiamo chiesto alla Nigro se non ha paura del Covid? «Come malattia sì – ha risposto – ma ho più paura della mancanza di libertà e logicità. Non mi pagano, ma i miei ragazzi, tra lezioni ed esami, non li lascio. Io, con loro, ho già vinto». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA