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Sicilia in zona rossa? Dubbi e smentite tra boom di contagi e nuove ordinanze

Di Mario Barresi |

CATANIA – Quella sottile cortina di fumo rosso, che ieri aleggiava a Roma, in serata viene diradata da una chiara presa di posizione di Nello Musumeci: «Ho sentito il ministro Roberto Speranza che mi ha anticipato la decisione di rinnovare la propria ordinanza per tutte le zone arancioni in Italia, fissando per la prossima settimana un primo confronto tecnico per una nuova valutazione del rischio-Regione». L’Isola, dunque, dovrebbe mantenere lo status di rischio medio-alto nella classificazione dell’Iss da cui dipendono le scelte del governo nazionale.

Eppure, nella giornata di ieri, più fonti romane riferivano di una «situazione molto in bilico», per la Sicilia così come per altre regioni. Soprattutto Puglia, Basilicata, e Abruzzo (già di fatto zona rossa per scelta del governatore Marco Marsilio), con Liguria ed Emilia-Romagna «sotto osservazioni».

Al di là delle parole del ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia («Non escludo che possano esserci altre regioni rosse»), i dubbi sulla Sicilia sono alimentati da alcuni dati, in fase di rielaborazione all’Istituto superiore di Sanità, che descriverebbero una «diffusione del virus in aumento». Con un +29,7% di contagi in più nell’ultima settimana, un record superato soltanto dal 31,1%, sintomo che nell’Isola la curva – contrariamente a regioni con tassi d’incremento molto più bassi, soprattutto quelle già in zona rossa – sarebbe ancora lontana dal suo picco.

Ma nel database dell’Iss affluiscono altri dati: alcuni, ritenuti «da approfondire», riguardano i dati assoluti dei nuovi positivi siciliani di alcuni giorni (in particolare i 1.837 di mercoledì e i 1.729 del 14 novembre), con la necessità di stabilire l’esatta data dei tamponi. Resta inoltre sul tavolo il problema del tracciamento: nell’ultimo rapporto settimanale della cabina di regia nazionale, infatti, in Sicilia su 7.061 nuovi casi, ben 5.521 sono «non associati a catene già note di trasmissione»; sotto osservazione anche il numero di risorse umane di Usca e servizi territoriali, fra i più bassi d’Italia.

Ma la smentita del ministero della Salute, che in serata bolla come «del tutto infondate» le voci sul passaggio in zona rossa di regioni oggi in arancione (dunque compresa la Sicilia), sembra l’elemento più rassicurante, per il verdetto delle prossime ore. La prossima settimana, poi, si vedrà.

Tanto più che Musumeci seppellisce i rumors, rilanciando sul miglioramento della pagella siciliana: «Nel corso della telefonata avuta con l’assessore regionale per la Salute, il ministro ha avuto modo di evidenziare il miglioramento del quadro regionale, anche alla luce di misure di contenimento che erano state già adottate». Da quanto apprende La Sicilia, il dato più significativo dei progressivi passi avanti dell’Isola è legato all’indice Rt: già in calo, in due settimane, dal 1.38 all’1.13, sarebbe attestato su una cifra ancora più bassa, seppur di poco, nelle prime stime dell’Iss.

Il presidente Musumeci ha annunciato che «nelle prossime giornate proseguiremo con il monitoraggio degli indici di contagio, con la valutazione di misure di contrazione della mobilità extra-regionale, con l’adozione di protocolli di contenimento condivisi con gli enti locali, con screening a tappeto nelle categorie».

Ma la situazione resta comunque complicata. Soprattutto in alcune realtà locali. «Abbiamo recepito – rivela il presidente Musumeci – le indicazioni provenienti dal nostro Osservatorio epidemiologico e la Regione sta allargando il monitoraggio su aree più vaste dei Comuni, con parametri oggettivi che portano all’adozione di misure da “zona rossa”. Serve tempestività, ma soprattutto rigore scientifico. Servono controlli per garantire effettività alle misure».

E il governatore, in linea col suo motto «è meglio curarsi in salute», ieri sera annuncia una decisione che sembra voler incrementare gli effetti del semi-lockdown nazionale. «Siamo in una fase di grande attenzione e ho ritenuto di accompagnare le decisioni nazionali e regionali con un’ordinanza che ha l’obiettivo di sostenere i primi segnali positivi, evitando nei giorni domenicali e festivi le occasioni di assembramento che abbiamo visto in tante immagini pubblicate dai mezzi di comunicazione. Chiediamo a tutti uno sforzo nelle prossime importanti giornate».

Con questa premessa, Musumeci ha firmato ieri sera un’ordinanza «destinata a limitare le occasioni di contagio nei giorni domenicali e festivi». Prevista la chiusura delle attività commerciali a eccezione di farmacie, parafarmacie, tabaccherie ed edicole e del domicilio per i prodotti alimentari, dei combustibili per uso domestico e per riscaldamento. «Lo dobbiamo – spiega il governatore – agli operatori della sanità che stanno dimostrando una capacità di intervento senza precedenti, ma lo dobbiamo anche a tutti gli operatori economici che stanno affrontando un momento difficile e, in definitiva, lo dobbiamo a noi stessi, perché bisogna ritornare a una vita il più possibile normale nei tempi che la pandemia impone».

Twitter: @MarioBarresi

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