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Sicilia “arancione”, Musumeci finisce sotto accusa

Di Redazione |

«Andavano aumentati posti letto, tamponi e tracciamento, invece cosa è arrivato? L’aumento delle pensioni e dell’assegno di fine mandato dei deputati dell’Ars. Musumeci si ostina a non voler dire se anche lui se li è aumentati, come gli chiediamo ripetutamene da giorni, di certo non sono stati aumentati i posti letto, tamponi e tracciamento che hanno contribuito parecchio a farci finire in zona arancione. E il presidente della Regione ha l’ardire di gridare allo scandalo? Altro che arancione, lui dovrebbe essere rosso di vergogna».

Lo affermano i deputati Giorgio Pasqua, Francesco Cappello, Salvatore Siragusa e Antonio De Luca, componenti della commissione salute dell’Ars. «Musumeci – dicono – ha perso l’ennesima occasione per tacere. Scaricare le proprie responsabilità sul governo nazionale, per il fatto che la Sicilia è stata qualificata come zona arancione, secondo i 21 parametri scientifici usati per le chiusure regionali, è un atto di irresponsabilità politica che non ha precedenti e che dimostra tutta la sua inadeguatezza a rivestire e svolgere il ruolo di presidente della Regione siciliana. Musumeci dovrebbe spiegare ai siciliani quali misure, sul fronte dell’aumento dei posti letto di terapia intensiva e sub intensiva, la Regione siciliana ha predisposto, adottato e posto in essere da luglio a oggi, visto che il nuovo piano ospedaliero Covid è stato presentato solo ieri in commissione salute e prevede che tali posti letto non verranno aumentati se non alla fine di novembre. Dovrebbe pure spiegare ai siciliani perché, come riferisce il suo assessore, dei 123 milioni di euro che lo Stato aveva assegnato alla Sicilia per la lotta al contagio ne abbia speso poco meno di 50. Dovrebbe spiegare inoltre perché la medicina del territorio e le USCA sono mal funzionanti, lasciando nella completa solitudine, pazienti, sindaci e dirigenti scolastici delle scuole. e ancora, quali forme di tracciamento dei pazienti Covid ha adottato sino ad oggi e quali si prefigge di adottare».

«Confesso di essere stato sorpreso dalla decisione del ministero della Salute di inserire la Sicilia tra le Regioni cosiddette «arancione» con ulteriori forti limitazioni alle attività e i movimenti dei cittadini. Gli indicatori dei numeri e degli indici di contagiosità non rappresentano la Sicilia tra le Regioni maggiormente a rischio. Ho approfondito la questione, anziché farmi tentare dalla protesta a priori contro il Governo. Ho visto che essa è frutto di numerosi parametri. E tra questi alcuni, importanti, relativi alla situazione delle strutture sanitarie». Lo afferma il presidente dell’assemblea dell’Anci e consigliere del Comune di Catania, Enzo Bianco. “Ho chiesto ad autorevoli esperti – aggiunge Bianco – e tutti hanno confermato che la situazione delle strutture ospedaliere e di quelle dedicate a settori della popolazione particolarmente fragili è davvero a rischio grave. Ospedali a limite; nessuna nuova struttura dedicata; posti insufficienti; centri per anziani a limite. Questa è la ragione vera della classificazione arancione e non altra. Paghiamo errori ed indecisioni gravi, denunciati anche da tanti Sindaci siciliani. Il Presidente e l’assessore alla sanità adottino subito e senza ulteriori ritardi tutte le misure necessarie. Rafforzino in modo adeguato la composizione ed il funzionamento del Comitato tecnico scientifico siciliano. Non abbiano esitazioni ad assumere anche decisioni impopolari se necessarie o utili. E chiediamo poi, tutti insieme – conclude Bianco – di riconsiderare la classificazione. Non possiamo scherzare su una questione così delicata. Presidente Musumeci, come si dice in inglese, annacamuni!!!».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA