Covid-19
Positivo al Covid mons. Genchi vicario generale dell’Arcidiocesi di Catania
Catania – Sono tempi difficili anche per la Chiesa. Di continui aggiustamenti rispetto all’andamento della pandemia. E anche se le nuove misure previste dal Dpcm non hanno riguardato, come nel primo lockdown l’apertura delle chiese e le celebrazioni, di fatto è tutto modificato. Come sarà anche per l’ordinazione di tre nuovi diaconi transeunti, cioè a tempo, in attesa della ordinazione sacerdotale vera e propria – Enrico Catania, Antonino Carbonaro e Pietro Domenico Rapisarda che si svolgerà fra martedì e mercoledì in due distinte chiese.
Il 24 l’arcivescovo Salvatore Gristina ordinerà Enrico Catania nella parrocchia di Santa Maria del Carmelo a Barriera alle 18. Mentre l’indomani, sempre alle 18 sarà la volta di Pietro Domenico Rapisarda e Antonino Carbonaro a ricevere sempre dalle mani dell’arcivescovo il diaconato nella parrocchia Santa Maria della Guardia di Belpasso.
Ordinazioni che non avverranno dunque in Cattedrale come di consueto e in due “puntate”. Ed è lo stesso mons. Gristina a sottolineare le differenze. «Le ordinazioni sacerdotali e diaconali registrano lodevolmente – scrive in una lettera inviata a tutti i sacerdoti – una gioiosa e numerosa partecipazione che vede coinvolte l’intera comunità diocesana a partire dalle famiglie e dalle parrocchie degli ordinandi, come pure il Seminario, Povs, il Serra Club. Purtroppo, questa volta non potrà esserci la desiderata presenza, ma certamente non mancherà per loro la preghiera intensa da parte di tutti. Al riguardo, chiedo uno speciale ricordo nelle Sante Messe dei due suddetti giorni. Per gli ordinandi i nostri più affettuosi auguri di buona prosecuzione del cammino verso il sacerdozio, mentre su tutti invoco la benedizione del Signore». Saranno rispettate infatti all’interno delle celebrazioni le specifiche restrizioni circa il distanziamento sociale e il limite dei partecipanti. Sarà però possibile seguire le celebrazioni online: la parrocchia della Guardia provvederà a trasmettere in diretta presso la sua pagina Facebook e altrettanto si farà a Belpasso sulle pagine Facebook Madonna della Guardia, Circolo Maria S. S. della Guardia Belpasso, Circolo cittadino S. Lucia Belpasso.
Ma non è l’unico sguardo pensoso dell’arcivescovo su quanto sta avvenendo. Il virus non ha risparmiato infatti i sacerdoti, come i più stretti collaboratori dell’Arcivescovo, come il vicario generale dell’arcidiocesi mons. Salvatore Genchi, risultato positivo al virus. A tutti coloro che rischiano ogni giorno nell’esercizio del ministero il vescovo ha voluto inviare un messaggio, annunciando l’intenzione, di concerto con i vescovi viciniori (Acireale e Caltagirone) di prendere «ulteriori opportuni provvedimenti se dovessero intervenire peggioramenti».
«Carissimi – scrive il presule – siamo certamente uniti nella forte preoccupazione per l’andamento della pandemia. Condividiamo il dolore di tante famiglie per i lutti, le ansie e le incertezze che stiamo affrontando. Come presbiteri ci preoccupa anche la situazione di alcuni confratelli. Affidiamo tutto al Signore e alla Mamma nostra Santissima. Per quanto riguarda il nostro ministero: uniamo zelo, prudenza, senso di servizio e di responsabilità. Facciamo tutto quello che è possibile coinvolgendo famiglie, organismi di partecipazione, operatori pastorali e persone competenti. Le diversificate situazioni delle nostre parrocchie ci consigliano discernimento particolare attenendoci alle norme Cei e governative in vigore. Affettuosi auguri al vicario generale, ai presbiteri e diaconi positivi, come pure alle sorelle e ai fratelli di vita consacrata che si trovano nella prova».
Un messaggio apprezzato dal clero. «È un messaggio semplice – scrive su Prospettive don Antonio De Maria – che però sostiene la fatica di tutti, di tutta la comunità ecclesiale a restare prossima di tanta gente, di tante esigenze, spirituali ed economiche, in un tempo nel quale la tentazione di chiudersi per la paura è molto forte. L’arcivescovo ci chiede di essere prudenti ma di non perdere la voglia e lo zelo per restare a servizio di Dio e della comunità. Ci invita, però, a non affrontare da soli le sfide di questo tempo ma a coinvolgere tutta la comunità».
E ancora: «Non chiudiamo le chiese, ci atteniamo alle disposizioni della Cei e della Cesi ancora in vigore, perché la vita della comunità non è un puro impeto spirituale, una pura esperienza individuale o qualcosa da gestire attraverso i social: lo abbiamo fatto nei primi mesi del lockdown e ne abbiamo vissuto i pericoli. Ora con prudenza, rispettando i protocolli, continuiamo ad incontrarci per crescere nella fede, nell’ascolto della Parola di Dio e nella vita sacramentale: siamo chiamati alla testimonianza, a stare nel mondo e nella storia senza panico ma con fiducia, accanto a tutti».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA