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Palermo, psicologo esce dalla terapia intensiva dopo 25 giorni e racconta il suo incubo: «Mi vedevo in un sacco nero»

Di Redazione |

PALERMO – «Sono vivo. Sono emozionato. Dopo 25 giorni in terapia intensiva con 45% di ossigeno che non mi bastava oggi sono stato trasferito in semi intensiva col 3% di ossigeno resisto e respiro. Ho avuto una polmonite devastante, come dicono i medici di una gravità inaudita, che è un miracolo me lo ricordano tutti i giorni. Sono stato chiuso dentro un casco a ossigeno per 12 giorni, bevevo da una cannuccia, messo prono nel tentativo estremo di salvarmi la vita. Ho visto morire 7 persone, le ho viste chiudere dentro i sacchi neri e ho pensato tante volte che anche io sarei finito lì dentro. Ho avuto paura, terrore».

E’ la testimonianza dello psicologo palermitano Ernesto Mangiapane. «Ringrazio tutti per le preghiere, i messaggi, l’affetto immenso dei parenti, dei pazienti, degli amici – dice – La mia famiglia, mia sorella, cognati, suoceri, zii, mamma e papà, mia sorella Francesca, sempre pronta a fare di tutto per me. Ringrazio l’equipe tutta dell’Utir dell’ospedale Cervello, il primario Giuseppe Arcoleo, sono pazzeschi, lavorano intensamente senza sosta».

«E soprattutto – conclude – grazie alla roccia della mia vita, mia moglie positiva anche lei in isolamento a casa con i nostri bimbi positivi, ora negativizzati. Ha sofferto tantissimo da sola per un tempo che sembrava non passare mai. Io ringrazio la vita».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA