La variante Omicron si conferma molto più contagiosa della Delta. Secondo una ricerca dell’Imperial College di Londra, il suo rischio di reinfezione è di 5,4 volte in più rispetto alla variante al momento prevalente. E la Omicron sta crescendo anche nel nostro Paese, ha reso noto il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro, secondo cui ad oggi sono 55 i casi registrati in Italia. Uno di questi, una donna di circa 50 anni, con fattore di rischio e vaccinata a luglio, è stata curata con gli anticorpi monoclonali allo Spallanzani di Roma ed è guarita dopo soli 8 giorni. Per la terapia è stato utilizzato Sotrovimab, un anticorpo monoclonale di seconda generazione che, in esperimenti di laboratorio, si era dimostrato potenzialmente attivo su Omicron".
A preoccupare, al momento, è principalmente la contagiosità della Omicron: lo studio dell’Imperial College non ha infatti trovato prove di una maggiore gravità della malattia rispetto alla Delta. Un dato che però fa riflettere è il fatto che la protezione dei vaccini nei confronti di Omicron sia inferiore, oscillando per quanto riguarda le due dosi da 0 al 20% contro la malattia sintomatica, e per la dose booster dal 55 all’80%. La variante Omicron, secondo la ricerca, elude in gran parte l'immunità data dall’infezione passata o data dalle due dosi di vaccino. Lo studio ha preso in considerazione, tra le altre,122.063 persone con la variante Delta e 1.846 casi accertati di Omicron, oltre a 196.463 individui infettati da altre varianti e 11.329 'probabilmente infetti da Omicron'. I risultati suggeriscono che la proporzione di Omicron tra tutti i casi di Covid raddoppiava ogni 2 giorni fino all’11 dicembre. Sulla base di questi risultati, gli studiosi dell’Imperial College hanno stimato che il numero di riproduzione di Omicron fosse superiore a 3 nel periodo studiato. «La quantificazione del rischio di reinfezione e dell’efficacia del vaccino contro Omicron – ha dichiarato il professor Azra Ghani dell’Imperial College di Londra – è essenziale per modellare la probabile traiettoria futura dell’ondata di Omicron e il potenziale impatto della vaccinazione e di altri interventi di salute pubblica». La trasmissione di Omicron, secondo i ricercatori non è ancora distribuita uniformemente nella popolazione. Tuttavia osservano che, data la sua «evasione immunitaria», la distribuzione per età dell’infezione da Omicron nelle prossime settimane potrebbe continuare a differire da quella del Delta.
Anche in Italia, secondo Andrea Crisanti, professore di microbiologia all’Università di Padova intervenuto a Un Giorno da Pecora su Rai Radio1, «nel giro di 4/6 settimane la variante Omicron avrà un peso importante, purtroppo è in grado di infettare anche chi ha fatto la seconda dose. Con la dose booster però c'è una protezione intorno al 70-80% . Con la variante Omicron e le misure in campo ora, vale a dire terza dose e regioni gialle, non mi stupirei se a metà gennaio arrivassimo a 40mila casi al giorno». «La variante Delta e quella Omicron sono proprio due virus diversi – ha spiegato Crisanti – e gli anticorpi sviluppati contro Delta non vanno bene con Omicron».
Anche Anthony Fauci, immunologo e chief medical advisor della Casa Bianca sostiene la maggiore contagiosità di Omicron ma aggiunge "non siamo sicuri del tutto che sia meno grave. Sappiamo che in Sudafrica sembra che i contagiati abbiano meno probabilità di andare in ospedale e contrarre malattia grave, ma questo forse è dovuto al fatto anche che molti in Sudafrica hanno già contratto la alfa o la beta e quando sono guariti hanno tenuto un livello di immunità che li protegge, non necessariamente dal contagio, ma forse dal contrarre la malattia grave. Questa è una domanda ancora senza risposta, non si sa se il virus in sé è intrinsecamente meno virulento oppure le persone hanno un livello di immunità che evita la gravità”. Sempre su Omicron, Fauci ha sottolineato che "vediamo in tanti Paesi del mondo, ma soprattutto in Sudafrica, che l’omicron si sta diffondendo in modo rapidissimo, sta per diventare la variante dominante. Negli Stati Uniti vediamo un aumento rapido di omicron, soprattutto nell’area di New York City, dove c'è un tempo di raddoppio di tre giorni. Ci aspettiamo che nelle prossime settimane omicron diventi la variante dominante negli Stati Uniti”.