Il Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione siciliana ha sollevato davanti alla Consulta la questione di legittimità costituzionale
sull'obbligo di vaccinazione anti covid-19. Il Cga ha valutato l'appello proposto da un tirocinante iscritto al terzo anno del corso di Laurea infermieristica, non ammesso al corso formativo in strutture sanitarie perché non ha fatto il vaccino, contro l'Università di Palermo per la riforma dell’ordinanza cautelare
del Tar.
Il Cga prende in esame la vicenda della sospensione dalle attività lavorative dei sanitari che non si vaccinano, ma la questione sollevata riguarda l’obbligo per tutti.
«Sebbene empiricamente si debba riconoscere che, in presenza di nuove varianti, la vaccinazione non appaia garantire l’immunità da contagio, sicché gli stessi vaccinati possono contagiarsi e, a loro volta, contagiare, la stessa a tutt'oggi risulta efficace nel contenere decessi ed ospedalizzazioni, proteggendo le persone dalle conseguenze gravi della malattia, con un conseguente duplice beneficio: per il singolo vaccinato, il quale evita lo sviluppo di patologie gravi; per il sistema sanitario, a carico del quale viene allentata la pressione» scrive il Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione siciliana nell’ordinanza in cui ha sollevato davanti alla Consulta la questione di legittimità costituzionale sull'obbligo di vaccinazione anti covid-19.
Il Cga cita i dati contenuti nella relazione trasmessa dal collegio composto dal segretario generale del ministero della Salute, dal presidente del Consiglio superiore della Sanità operante presso il ministero della salute e dal direttore della Direzione generale di prevenzione sanitaria: «Come risulta dal «Report Esteso ISS» il tasso di ospedalizzazione standardizzato per età relativo alla popolazione di età uguale o superiore a12 anni nel periodo 24 dicembre 2021-23 gennaio 2022 per i non vaccinati risulta circa sei volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo da meno o 120 giorni e circa dieci volte più alto rispetto ai vaccinati con dose aggiuntiva/booster con prevalenza nello stesso periodo della variante Omicron stimata al 99,1%. Il tasso di ricoveri in terapia intensiva standardizzato per età, relativo alla popolazione di età uguale o superiore a 12 anni, nel periodo 24 dicembre 2021- 23 gennaio 2022 per i non vaccinati risulta circa dodici volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo da meno o 120 giorni e circa venticinque volte più alto rispetto ai vaccinati con dose aggiuntiva/booster Il tasso di mortalità standardizzato per età, relativo alla popolazione di età uguale o superiore a 12 anni, nel periodo 17 dicembre 2021-16 gennaio 2022, per i non vaccinati risulta circa nove volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo da meno o 120 giorni e circa ventitré volte più alto rispetto ai vaccinati con dose aggiuntiva/booster». «Con conseguente conferma – dice il Consiglio – dell’efficacia del vaccino nel ridurre la percentuale del rischio, quanto meno, ai fini della prevenzione dei casi di malattia severa e del decorso fatale».