Catania. I segnali ci sono tutti. Ormai da giorni. E il governatore Nello Musumeci conferma alcune delle sue intenzioni. In uno studiato balance fra rigore e aperture. «La festa non è ancora cominciata, conviviamo con il virus e vedo in giro ancora tanti senza mascherine e senza guanti nei negozi. Stiamo preparando un’altra ordinanza per la metà di maggio», anticipa a margine della videoconferenza stampa di ieri. E aggiunge: «Abbiamo chiesto di far aprire parrucchieri, crediamo possano farlo anche i negozi al dettaglio e tante altre attività con le giuste modalità».
I segnali ci sono tutti. Ormai da giorni. E il governatore Nello Musumeci conferma alcune delle sue intenzioni. In uno studiato balance fra rigore e aperture. «La festa non è ancora cominciata, conviviamo con il virus e vedo in giro ancora tanti senza mascherine e senza guanti nei negozi. Stiamo preparando un’altra ordinanza per la metà di maggio», anticipa a margine della videoconferenza stampa di ieri. E aggiunge: «Abbiamo chiesto di far aprire parrucchieri, crediamo possano farlo anche i negozi al dettaglio e tante altre attività con le giuste modalità». Non è la prima volta che il governatore annuncia quest’idea, ma stavolta è qualcosa di più. L’ipotesi di riapertura di parrucchieri (ma senza il via libera per fare la barba nei saloni maschili) e di attività commercio al dettaglio, ma anche di bar, ristoranti e pub, «con le dovute regole di protezione e distanziamento, oltre che privilegiando chi può stare all’aperto», è frutto anche di un preciso confronto col il governo nazionale. E di un sostanziale via libera, condizionato alla verifica dei dati epidemiologici dei prossimi giorni, da parte del ministro per gli Affari istituzionali, Francesco Boccia. «Faccio un appello ai titolari di bar e ristoranti, loro che sono uno dei simboli di un certo modo di essere italiani: noi, come governo, ci siamo, stiamo lavorando per metterli in sicurezza e consentire loro di riaprire senza rischi», dice in tv il ministro dem, anche se a Roma si aspetta il conforto dell’Inail. «Tra il 14 e il 15 maggio – dice Boccia – arriveranno le linee guida su estetisti e parrucchieri e il 18 pensiamo che potranno cominciare ad aprire. In base ai nostri dati e al nostro monitoraggio qualcosa può riaprire anche prima dell’1 giugno. Escludo che possano aprire prima del 18 maggio, ma da quel giorno è probabile che alcuni esercizi possano ripartire». A queste deroghe, potrebbero aggiungersene altre, che Musumeci sta studiando assieme all’asssore alla Salute, Ruggero Razza, basandosi anche su uno specifico dossier del comitato tecnico-scientifico della Regione.
Lo stesso che ha consigliato, nelle precisazioni pubblicate dalla Protezione civile siciliana, di alleggerire le regole sugli spostamenti fra comuni e sui traslochi verso le seconde case. Con una circolare diffusa mercoledì, la Regione dà il via libera agli spostamenti fra comuni per fare acquisti, oltre che per raggiungere le seconde case. In queste ultime, inoltre, si può fare “base”, contrariamente all’iniziale indicazione di un trasferimento definitivo per tutta la stagione: consentiti ad esempio gli spostamenti per andare al lavoro e per tutte le attività attualmente consentite. Nei mercati all’aperto, infine, resta l’obbligo di vendere solo prodotti alimentari. Musumeci, in contatto continuo con gli altri governatori, studia le prossime mosse. Non vorrebbe «dichiarare guerra al governo nazionale», anticipando come vorrebbero altri colleghi (a partire dal veneto Luca Zaia) le aperture “autonomiste” addirittura all’11 maggio. Più probabile che l’ordinanza slitti di un paio di giorni rispetto a quella data. Per capire le vere intenzioni di Palazzo Chigi. E modulare le risposte della Sicilia, che magari in quei giorni sarà quasi “Covid free”.
Ma. B.
Twitter: @MarioBarresi