CATANIA – L’Aifa ha deciso di bloccare il lotto del vaccino AstraZeneca collegato alla morte del sottufficiale della Marina militare Stefano Paternò, 43 anni, originario di Corleone, ma residente a Misterbianco (Catania) deceduto per un arresto cardiaco nella sua abitazione.
L’Aifa parla di caso sospetto e ha deciso intanto di vietare l’utilizzo sul territorio nazionale delle dosi del lotto ABV2856 del vaccino AstraZeneca dopo la segnalazione di alcuni «eventi avversi gravi».
Il militare il giorno precedente il decesso si era sottoposto alla prima dose di vaccino dello stesso lotto a cui fa riferimento l’Aifa. Sul caso la Procura di Siracusa ha aperto un’inchiesta e disposto l’autopsia in relazione alla quale domani pomeriggio il sostituto procuratore Gaetano Bono, che dirige l’inchiesta coordinata dal procuratore Sabrina Gambino, conferirà l’incarico per poterla effettuare. La Procura di Siracusa ha nominato un collegio composto da quattro periti. L’avv. Dario Seminara, che assiste la famiglia, ha già nominato i due medici legali Angelo Indelicato e Giancarlo Guerrera che parteciperanno all’esame autoptico che potrebbe avere luogo già domani.
Agenzia italiana del farmaco Aifa «sta effettuando tutte le verifiche del caso, acquisendo documentazioni cliniche in stretta collaborazione con i NAS e le autorità competenti. I campioni di tale lotto verranno analizzati dall’Istituto Superiore di Sanità». ha comunciato l’Aifa in merito alla decisione di vietare l’utilizzo sul territorio nazionale di dosi appartenenti al lotto ABV2856.
Aifa comunicherà tempestivamente «qualunque nuova informazione dovesse rendersi disponibile», ma per ora precisa che «al momento non è stato stabilito alcun nesso di causalità tra la somministrazione del vaccino» e gli eventi avversi.
A Siracusa, intanto, si è appreso che sono una decina le persone che la Procura aretusea ha iscritto nel registro degli indagati per la morte di Stefano Paternò. Il procuratore capo Sabrina Gambino ha iscritto tutta la catena di distribuzione del vaccino dalla società Astrazeneca che lo produce, fino al personale sanitario dell’ospedale militare che si è occupato dell’inoculazione. L’accusa per tutti è di omicidio colposo.
La Procura di Siracusa ha disposto anche il sequestro del lotto incriminato. «Si tratta di un lotto che è stato commercializzato sia in Italia che in Europa. Stiamo indagando e purtroppo non è facile visti i numerosi soggetti coinvolti. Non dobbiamo creare allarmismo ma le nostre scelte sono dettate dalla tutela della salute pubblica», ha detto il procuratore capo di Siracusa, Sabrina Gambino.
Anche i Nas di Catania stanno indagando, su delega della Procura di Siracusa, sulle cause che hanno portato alla morte di Stefano Paternò. I militari stanno verificando eventuali responsabilità sull’intera filiera, dalla realizzazione del vaccino, prodotto da Astrazeneca, proseguendo con la distribuzione sul territorio, ma anche il trasporto, la conservazione ed infine la somministrazione finale e, quindi, l’eventuale errore umano.
A Catania invece si indaga su un altra possibile morte legata allo stesso lotto del vaccino AstraZeneca. La Procura etnea ha aperta una inchiesta per capire se esiste un nesso tra la recente morte di Davide Villa, poliziotto dell’Anticrimine di Catania e fratello del noto fotografo Fabrizio Villa, e la somministrazione del vaccino anti covid a lui iniettato che farebbe parte dello stesso lotto vaccinale che avrebbe portato al decesso di Paternò. Il poliziotto Davide Villa è deceduto il 7 marzo, 12 giorni dopo l’inoculazione del vaccino, anche se aveva cominciato ad accusare malori già dal giorno successivo alla somministrazione. In ospedale i medici hanno diagnosticato una trombosi venosa profonda, poi sfociata in emorragia celebrale.