«L'affermazione del presidente Musumeci, "se i medici di famiglia e i liberi pediatri avessero aderito al nostro invito sin dal primo momento, oggi molti siciliani sarebbero stati vaccinati, non saremmo andati in zona gialla e ci saremmo allineati alle altre regioni, è irricevibile". Così i medici di famiglia in una lettera inviata al presidente della Regione siciliana Musumeci sulle dichiarazioni rilasciate ad una emittente televisiva siciliana. "La campagna vaccinale non è stata organizzata dalla medicina generale, coinvolta nei fatti solo dopo molti mesi dal suo avvio.
Un avvio tra l’altro avvenuto con modalità diverse nel territorio regionale e dimenticando la gestione dell’impatto inevitabile dei flussi turistici. Imputare oggi i ritardi alla medicina di base è insostenibile» afferma la Fimmg Sicilia. "I medici di famiglia – scrive Fimmg – sono rimasti uno dei pochi presidi sanitari accessibili ai cittadini, gravati d’imperio di compiti di pertinenza delle Asp, dai servizi di prevenzione come il tracciamento, isolamento/quarantena e liberatorie, ad altri adempimenti assistenziali e burocratici, come esenzioni del ticket e piani terapeutici, fino alle concessioni dei presidi sanitari. Irricevibile anche la dichiarazione sull'intasamento dei pronto soccorso rilasciata alla stampa dal presidente della Regione, secondo cui il filtro tra famiglia, territorio e ospedale non ha funzionato come nelle altre regioni, 'dove la medicina di base lavora meglio e con più impegno». I pronto soccorso, replica la Fimmg «sono legati ai codici gialli, perciò per loro stessa natura l’intasamento non può essere attribuito ai medici di famiglia». «Le cause del ritardo nelle vaccinazioni vanno ricercate altrove – conclude la nota – Siamo comunque disponibili ad un confronto nelle sedi opportune».