CATANIA – Nuovo “cambio di colore” a partire da oggi per le Regioni in base all’ordinanza firmata nei giorni scorsi dal ministro della Salute Roberto Speranza. Tra le regioni che passano in area rossa, oltre alla provincia autonoma di Bolzano e la Lombardi , che hanno annunciato ricorso al Tar, c’è la Sicilia che invece ha chiesto al governo centrale di entrare in “rosso”. Passano invece in arancione le Regioni Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Piemonte, Puglia, Umbria e Valle D’Aosta. Restano in area arancione Calabria, Emilia-Romagna e Veneto.
Il risultato è che a fronte di circa 12 milioni di italiani in zona gialla, che riguarda Provincia autonoma di Trento, Toscana, Sardegna, Molise, Campania e Basilicata, circa 48 milioni di persone si trovano in zona arancione o rossa.
Tra questi anche i siciliani che però devono fare i conti (fino a domenica 31 gennaio) con una zona rossa “rafforzata”. Alle regole previste dalla normativa nazionale per la “zona rossa”, nell’ordinanza del presidente Musumeci, d’intesa con l’assessore alla Salute Ruggero Razza, sono state aggiunte delle misure ancora più restrittive: non sarà consentito fare visita ad amici e parenti.
Per quanto riguarda le lezioni scolastiche, saranno in presenza i servizi educativi per l’infanzia (asili nido), la scuola dell’infanzia, la primaria e il primo anno della scuola secondaria di primo grado, come prevede il Dpcm, mentre per le altre classi si continuerà con la didattica a distanza, anche se il governatore non ha escluso una chiusura delle scuole di ogni ordine e grado se la curva dei contagi non dovesse piegarsi.
Per quanto riguarda gli spostamenti, c’è il divieto di entrata e di uscita dal territorio regionale, divieto di accesso e allontanamento dal proprio comune, salvo che per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità e motivi di salute. Divieto di circolare, a piedi o con qualsiasi mezzo pubblico e privato, all’interno del territorio comunale, ad eccezione di comprovate esigenze di lavoro, per l’acquisto di generi alimentari e beni di prima necessità, per ragioni di natura sanitaria.
Diversamente da quanto previsto dal Dpcm nazionale, sono vietati – come detto – anche gli spostamenti, una volta al giorno, verso una sola abitazione privata nei limiti di due persone per fare visita ad amici e parenti. Vengono mantenuti i controlli per i passeggeri in arrivo nell’Isola (registrazione obbligatoria sul sito dedicato e tampone rapido).
Oggi è domenica e molti negozi sono chiusi ma nelle prossime due settimane saranno sospese tutte le attività commerciali al dettaglio, fatta eccezione per la vendita di generi alimentari e di prima necessità. Aperti lavanderie, barbieri e parrucchieri, edicole, tabaccai, farmacie e parafarmacie.
Sospese anche le attività di ristorazione (bar, pub, ristoranti, gelaterie e pasticcerie). Resta consentita la ristorazione con consegna a domicilio, nonchè, fino alle 22, la ristorazione con asporto, con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze dei locali.
Nessuna restrizione è stata annunciata per le messe, per cui è possibile recarsi in chiesa per la celebrazione.
La novità delle ultime ore – spiegata nei chiarimenti al Dpcm – è che è possibile spostarsi nella seconda casa anche se si trova in una regione differente da quella di residenza..
Le strade delle città in questa prima domenica di zona rossa appaiono quasi deserte. Ci sono i market e qualche panificio e macellaio aperti, mercati popolari vuoti con pochi piccoli capannelli di persone che parlottano, bar aperti, ma non tutti, per asporto o consegne a domicilio. «Finora sono entrate cinque persone – dice la cassiera di un supermercato Conad di Palermo – ma ieri la fila fuori è stata lunga e fino a sera».
In giro le poche persone sono quasi tutte in tuta e scarpe da ginnastica, col cane al guinzaglio, in bicicletta o col passeggino che trasporta un bimbo.
Per le strade non si vedono pattuglie delle forze dell’ordine in una regione che il primo giorno di «rosso» sente il bisogno di rispettare i limiti imposti per tentare di eliminare il covid dall’orizzonte.