Oltre 12.400 casi positivi in 24 ore: non erano stati così tanti dal primo maggio. E’ un numero che colpisce, ma che resta comunque all’interno di una curva dell’epidemia di Covid-19 che continua a crescere molto più lentamente rispetto a quanto non facesse qualche settimana fa. Il tempo di raddoppio dei casi è infatti aumentato da 15-20 giorni a circa 30, ma l’ipotesi degli esperti è che non si tratti di una situazione stabile: come è accaduto qualche settimana fa, potrebbe arrivare una nuova accelerazione. Ad aumentare, intanto, sono i ricoveri: i numeri salgono sia nei reparti ordinari sia nelle terapie intensive, anche se al momento il Friuli Venezia Giulia è l’unica regione ad avvicinarsi ai valori soglia che segnano l’ingresso nella zona gialla.
I dati del ministero della Salute indicano che nell’arco di 24 ore i nuovi casi sono aumentati di oltre 2.400 unità, passando da 10.047 a 12.448: è il numero più alto rilevato dallo scorso primo maggio, quando i nuovi casi erano stati 12.964. Segnano un record negativo anche gli 85 decessi registrati nelle ultime 24 ore: non erano così numerosi dagli 88 registrati il 10 giugno scorso e mostrano una leggera tendenza all’aumento. I 12.448 nuovi casi sono stati identificati per mezzo di 562.505 test, fra molecolari e antigenici rapidi, contro 689.280 del giorno precedente. Di conseguenza il tasso di positività calcolato facendo il rapporto del totale dei casi sul totale dei tamponi è salito in 24 ore dall’1,4% al 2,2%.
Facendo il rapporto fra i casi e i soli tamponi molecolari il tasso di positività è del 5,8%, secondo i calcoli del sito CovidTrends. In aumento costante i ricoveri: nelle terapie intensive i ricoverati sono 573, 13 in più in 24 ore nel saldo tra entrate e uscite; gli ingressi giornalieri sono 49. Nei reparti ordinari sono 4.629, ossia 32 in più rispetto al giorno precedente. Per quanto riguarda le regioni, è la Lombardia a registrare l'incremento maggiore in numeri assoluti, superando la soglia di 2.000 casi (2.207); seguono Veneto (1.931), Lazio (1.283), Emilia Romagna (1.058), Campania (965).
Le analisi degli esperti indicano che al momento solo il Friuli Venezia Giulia ha valori che superano la soglia che segna l'ingresso nella zona gialla, con il 18% di ricoveri nei reparti ordinari e il 14% nelle terapie intensive, come indicano le analisi del matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo 'M.Piconè, del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) e quelle dell’Agenzia Nazionale dei Servizi Sanitari regionali (Agenas). «Seppure critica solo in una regione, la situazione dell’occupazione degli ospedali – osserva Sebastiani – ha già iniziato ad avere ripercussioni sull'attività ordinaria di cura e prevenzione di altre malattie, con le ovvie conseguenze in termini di qualità della vita e sopravvivenza della popolazione generale».
Per quanto riguarda la curva dell’epidemia, secondo Sebastiani è probabile che alla recente fase di frenata della crescita nella curva dei contagi stia per seguire una nuova fase di accelerazione, sia a causa dei comportamenti individuali, ma molto più probabilmente sulla spinta di grandi focolai. Per l'esperto «l'alternanza di fasi di frenata e accelerazione della crescita può spiegarsi con i comportamenti individuali indotti dalla percezione del peggioramento o del miglioramento della situazione epidemica. Un’altra possibile spiegazione – rileva – è che l’epidemia stia evolvendo per grossi focolai. Se così fosse, sarebbe confortante, ma sarebbe comunque bene agire per interrompere la crescita». Per il fisico Giorgio Sestili, fondatore della pagina Facebook 'Coronavirus – Dati e analisi scientifiche», «i nuovi 12.448 casi registrati sono in linea con la curva prevista: siamo all’interno di una crescita lenta, con un incremento del 25-30% settimanale e un tempo di raddoppio di quattro settimane: ci stiamo assetando su questo livello».