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In Italia i contagi corrono ma le Messe restano “libere” dal Green pass

Sui vaccini la Chiesa è divisa: ci sono diversi prelati no-vax; mentre c'è chi invece è a sostegno del "certificato verde" anche per assistere alle celebrazioni religiose

Di Redazione |

I contagi corrono in Italia come nel resto d’Europa. E mentre le restrizioni aumentano un pò ovunque le Messe restano "libere" dalla certificazione. «Il Green Pass non è richiesto per partecipare alle celebrazioni. Si continua a osservare – ha ribadito in queste ore la Conferenza episcopale italiana – quanto previsto dal Protocollo Cei-Governo: mascherine; distanziamento tra i banchi; comunione solo nella mano; niente scambio pace con la stretta di mano; acquasantiere vuote». Stesso discorso in Vaticano: se nel piccolo Stato si è di fatto molto vicini all’obbligo vaccinale, perché per andare al lavoro o semplicemente accedere negli uffici anche come visitatore è richiesto il 'pass' che accerta la vaccinazione o la guarigione, per le Messe non occorre esibire nulla. E’ vero che le regole anti-Covid, dalle sanificazioni al distanziamento, sono rispettate, ma si fa strada anche nella stessa Chiesa chi pensa che, alla luce delle tante varianti del Covid, queste regole ormai non bastino. «In questa fase di recrudescenza della pandemia dobbiamo salvare vite umane. Ben venga il Green pass a Messa», ha detto qualche giorno fa uno dei cardinali europei più autorevoli, Jean-Claude Hollerich, che guida la Commissione che riunisce le conferenze episcopali dell’Unione europea. E’ anche arcivescovo di Lussemburgo, Paese che chiede il green pass anche ai fedeli a Messa.

Ma sono pochi i Paesi che hanno fatto questa scelta. Nel collegio cardinalizio ci sono diversi no-vax o comunque chi ritiene che il Covid sia una montatura. Per il cardinale tedesco Gerhard Ludwig Mueller, ex Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, per fare un esempio, la pandemia del coronavirus è utilizzata per creare uno "stato di sorveglianza" globale, è «un’occasione per mettere le persone in riga». Tanti anche i preti anti-vaccino. E’ di queste ore la notizia del parroco di Casorate Primo, nel pavese, che nell’omelia si è pronunciato contro i vaccini provocando le contestazioni dei fedeli. Guida la comunità di Chiusano San Domenico, nell’avellinese, don Antonio Romano, convinto no vax, ora in quarantena dopo aver contratto il virus. Da Coi, nel bellunese, don Floriano Pellegrini definisce «fantasie» le notizie sulla pandemia e si oppone ai vaccini perché «per la formazione di questi sieri c'è il coinvolgimento di feti», come ha detto in qualche intervista. La Cei in ogni caso sposa la linea dura del Papa che ha definito fin dal primo momento i vaccini «un atto di amore» e attraverso l’Elemosineria sta cercando di dotare di sieri anche i Paesi più poveri del pianeta.   COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA