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Il maltempo frena lo shopping, ma c’è ancora troppa gente in giro: «Così vanificheremo tutto»

Di Alfredo Zermo |

CATANIA – Mentre cresce la paura per la nuova variante “inglese” del Covid, preoccupa l’aumento a livello nazionale del tasso positivi/tamponi che oggi è all’11%, in crescita dell’1,8% rispetto al 9,2% di ieri, e il valore RT che non cala, restando sempre sopra a 1 in alcune regioni.

Massimo Ciccozzi, responsabile dell’Unità di statistica medica ed epidemiologia molecolare dell’Università Campus BioMedico, commentando i dati di ieri sul contagio del coronavirus, spiega che «si tratta di un andamento fisiologico legato al comportamento degli italiani nelle ultime settimane». «Troppi contatti, ancora persone sedute accanto nei bar. Servono controlli più serrati. Rischiamo, per fare lo shopping di Natale, affollando il centro, di annullare tutti i sacrifici che dovremo fare durante le feste con la stretta del 24 perchè l’effetto di questi comportamenti a dicembre si vedranno a fine anno, quando potremmo trovarci con una nuova crescita della curva».

Il maltempo che nel weekend ha colpito gran parte dell’Italia, Sicilia compresa, ha un po’ frenato l’assalto alle vie dello shopping a pochi giorni dall’introduzione della zona rossa totale nel Paese. Ma per esempio il passeggio ieri in via Etnea a Catania c’era comunque con alcune file che si sono formate all’ingresso dei punti vendita più grandi.

Scoraggiato dalla troppa gente in giro anche il commissario regionale per il Covid dell’Asp di Catania, Pino Liberti, che risponde sui motivi che secondo lui sono alla base dei casi catanesi, che sono quasi il doppio di quelli di Palermo. «Secondo me – spiega – a Catania c’è una fetta di popolazione che non ha capito cosa sta accadendo e poi c’è un dato antropologico. Questa città è a vocazione commerciale e quindi la gente si riversa in questi grossi discount che in questa città sono numerosi rispetto anche a Palermo. E allora aggiungo: quando indossano la mascherina, la indossano correttamente? Oppure la tengono in maniera scorretta, magari col naso libero?»

Liberti fa un esempio: «Appena adesso, di ritorno dall’aeroporto, sono passato dalla fiera che è piena come un uovo di persone. Davanti a me ho 18 ragazzi, dei quali tre con la mascherina sotto il mento e 15 addirittura senza. E non oso immaginare cosa c’è in questo momento nei supermercati…». 

Anche l’infettivologo Bruno Cacopardo, primario del reparto di Malattie infettive dell’ospedale Garibaldi-Nesima di Catania esprime le sue preoccupazioni per la folla di Natale e per la curva dei contagi che soprattutto a Catania fatica a scendere. «Catania, non voglio sembrare un catastrofista, non ha rispettato le consegne – spiega -. Quando c’è un evento epidemico e pandemico, se non altro per spirito di solidarietà nei confronti dei soggetti fragili che uno ha anche all’interno della propria abitazione (nonni, zii, gli stessi genitori magari malati e resi fragili da comorbilità) i cittadini per rispetto avrebbero dovuto contenere certi atteggiamenti. Invece io che alcuni giorni fa per andare al Garibaldi centro ho fatto una deviazione e sono passato dalle parti di corso Sicilia, mi sono reso conto che la gente neanche utilizza la mascherina e se la utilizza lo fa maldestramente, come un orpello inutile, messa sotto il naso o messa a coprire solo un lembo della bocca».

«Veramente questo atteggiamento – aggiunge l’infettivologo – , unito alla confusione che c’è in giro, dettata dalla frenesia natalizia, mi sembra uno scenario quantomeno imprudente e, comunque, di scarso rispetto nei confronti sia dei professionisti medici che ogni giorno combattono contro questo terribile male e sia nei confronti dei soggetti fragili».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA