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Green pass, il buco “verde” nell’Isola che fugge dai vaccini: 380mila lavoratori fuori norma

Il trend della percentuale dei dipendenti, ancora sprovvisti del certificato verde,  in linea col ritardo sulle dosi. Sui 10 comuni No Vax, 8 nel Messinese. A “Scatenoland” appena il 44% di immunizzati

Di Mario Barresi |

Allo scoccare del fatidico “Green pass day” la Sicilia si risveglia con un buco “verde” sul certificato obbligatorio. Niente cifre ufficiali, soltanto un aggregato di stime incrociate: nell’Isola più del 20% su 1,4 milioni di occupati ufficiali sarebbe in regola con l’obbligo. Ma se a questo dato si aggiunge la rigogliosa giungla del sommerso è ipotizzabile che siano almeno 350-380mila i dipendenti pubblici e privati non immunizzati. 

Qualche esempio. Partendo da una notizia di cronaca. L’Asp di Palermo, nei giorni scorsi, aveva sospeso 36 dipendenti non vaccinati, ma 15 di loro nel frattempo hanno inviato la certificazione; 22 provvedimenti analoghi, già a settembre, adottati dall’Asp di Catania. Sono invece una quarantina i dipendenti del Civico di Palermo senza Green pass che rischiano la sospensione dal servizio. I dati sugli operatori sanitari, aggiornati al 17 settembre, sono in un dossier del commissario nazionale anti-Covid: 5.916 i non vaccinati, il 4,2% dei  141.318 operatori del Servizio sanitario regionale. Anche sulla scuola le statistiche sono dettagliate: secondo i dati della Regione, aggiornati all’inizio dell’anno scolastico, l’84% del personale ha completato l’intero ciclo vaccinale e il 94% ha ricevuto almeno la prima dose. Dati che coincidono col report Gimbe: 10,9% il dato sui non vaccinati in Sicilia. Più complicato muoversi sulle altre categorie. Restando al pubblico, la stima è di un 10% su 480.000 dipendenti di tutti gli enti. Una parentesi sulle forze dell’ordine: i sindacati hanno stime differenti, comunque vicine al 20% delle froze in servizio. Ieri un poliziotto in servizio alla Questura di Siracusa è stato sospeso perché privo di green pass. Lo ha rivelato lo stesso agente sui social: «Sospeso e senza stipendio fino al 31 dicembre, poiché non in possesso dell’infame tessera verde, degna del regime nazista della Germania di Hitler degli anni '30».

Nel settore privato, per sapere chi è senza green pass, ci si deve fidare delle proiezioni delle associazioni di categoria, riprese da alcuni quotidiani nazionali: 40% operatori portuali; 35% autotrasportatori; 30% operatori logistica e trasporti; 10-20% operatori trasporto pubblico; 10% commercio; 5-10% ristorazione e locali pubblici. Nell’Isola si ipotizza il 40% su circa 100mila colf e badanti (più della metà in nero). Percentuali che, con l’evidente limite della tutela della privacy, andrebbero verificate all’interno del macrodato nazionale: 3,8 milioni di lavoratori non vaccinati. In questo quadro, con un nesso di causa-effetto sempre più chiaro, si innestano le statistiche su contagi, ricoveri e campagna di vaccinazione nell’Isola. Qui è più agevole muoversi, incrociando l’aggiornamento in tempo reale del ministero della Salute con il bollettino del Dasoe dell’assessorato regionale alla Salute, apprezzabile innovazione dopo mesi di veleni (e casi giudiziari) sul flusso di dati.

In Sicilia nell’ultima settimana monitorata (4-10 ottobre) si registrano 1.974 nuovi casi di Covid. L’incidenza per 100.000 abitanti, uno dei criteri su cui si basano le restrizioni, è sotto controllo: con 40,78. pur inferiore alla media nazionale di 29, si è ben distanti dalla soglia critica di 250. Ma ci sono quattro comuni siciliani con questo indice schizzato alle stelle: Marianopoli (537,3), Monforte San Giorgio (464,9), Mazzarrone (357,9), Melilli (322,2). A rischiare provvedimenti restrittivi sono i primi tre, che registrano anche un tasso di copertura vaccinale molto basso, come centro nisseno col 60,75%, o basso (67,23% e 68,36% nei centri del Messinese e del Siracusano), mentre la capitale dell’uva da tavola è sopra la soglia del 70%. Nella classifica delle province immunizzate restano in coda Siracusa (70,89%), Catania (70,16%) e soprattutto Messina 68,59%. E proprio in quest’ultimo territorio si trovano 8 dei 10 comuni “No Vax”. All’ultimo posto, con uno sconsolante 44,5%, c’è infatti Fiumedinisi, paese d’origine di Cateno De Luca, che qui ha fatto il sindaco prima di amministrare Messina.

«Un segno di diffidenza e sfiducia dei messinesi nei confronti di Musumeci e Razza», la teoria – ironica, ma tutta da dimostrare – di “Scateno”. Restano sempre in coda anche Francofonte (58,96%) e Camporotondo Etneo (59,01%). Questi dati hanno poco senso se non si contestualizzano. Fino a ieri nell’Isola risultano essere state somministrate 6.550.088 dosi, con 3.250.040 immunizzati (seconda dose, monodose per pregresso contagio Covid, dose unica Janssen), pari 73,28% del target, a fronte di una copertura nazionale dell’80,88 %. Quindi il ritardo continua. E condiziona, con un trend simile al resto d’Italia, l’identikit dei ricoverati. Sui 375 (3,83% degli attuali positivi) del bollettino della Regione, 43 sono terapia intensiva (36 non vaccinati, 3 con prima dose e appena 4 immunizzati) e 332 in area medica (290 non vaccinati, 22 con prima dose, e 20 col ciclo completo). Numeri chiari. Che dovrebbero essere ancor più convincenti di qualsiasi obbligo di Green pass. Twitter: @MarioBarresi  COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA