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Gimbe, in Sicilia i dati peggiorano. E Catania vicina a soglia critica

Di Redazione |

PALERMO – In Sicilia nella settimana 14-20 aprile risulta in peggioramento l’indicatore relativo ai casi attualmente positivi per 100mila abitanti e si registra un aumento dei casi rispetto alla settimana precedente. Lo dice il report della fondazione Gimbe secondo cui ci sono 511 casi di positivi al covid ogni 100 mila abitanti (erano 506 la settimana precedente) con una variazione di nuovi casi del 2%. Sono sotto soglia di saturazione i posti letto in area medica e terapia intensiva occupati da pazienti covid. La percentuale di popolazione che ha completato il ciclo vaccinale è pari al 7,5% – dice Gimbe – a cui aggiungere un ulteriore 8,7% solo con prima dose; la percentuale di over 80 che ha completato il ciclo vaccinale è pari al 39,7% a cui aggiungere un ulteriore 19,9% solo con prima dose; la percentuale di popolazione 70-79 anni che ha completato il ciclo vaccinale è pari al 9% a cui aggiungere un ulteriore 25,9% solo con prima dose; la percentuale di popolazione 60-69 anni che ha completato il ciclo vaccinale è pari al 1,9% a cui aggiungere un ulteriore 5,7% solo con prima dose. 

I dati diffusi da Gimbe sono confermati dal monitoraggio della Protezione civile di Palermo secondo cui la situazione migliora nel Palermitano (che è ancor zona rossa), ma peggiora in altre province come quella di Caltanissetta e di Catania, dove si è arrivati a una incidenza di 210 casi ogni 100.000 abitanti (ricordiamo che la zona rossa scatta in automatico quado si raggiunge la soglia di 250 casi). Catania è la città che ieri ha avuto il maggior incremento di positivi in Sicilia e nel giro di due settimane è passata da un’incidenza di 190 casi ogni 100.000 abitanti a 210. Se non si inverte questo trend critico, la città rischia di andare verso la zona rossa. Rischio assai concreto se si considera che dal 26 sono previste le riaperture.

A Palermo l’indice in questione è nettamente in calo, dopo essere arrivato sino a 152. In base ai dati pubblicati dal Dipartimento della Protezione Civile nazionale ed elaborati dall’Ufficio statistica del Comune, ieri si sono registrati 298 nuovi positivi. Nella settimana dal 15 al 21 aprile i nuovi positivi nella Città Metropolitana sono 2711, e il rapporto nuovi positivi settimanali per 100 mila abitanti è pari a 223,26 (ieri, con riferimento alla settimana dal 14 al 20 aprile, i nuovi positivi erano 2979 e il rapporto nuovi positivi settimanali per 100 mila abitanti 245,33).

A livello nazionale, nella settimana 14-20 aprile 2021, rispetto alla precedente, c’è ancora una diminuzione del 7,8% di nuovi casi settimanali di coronavirus (90.030 rispetto a 106.326) e un calo del 17,5% i decessi (2.545 rispetto a 3.083). Ma «la circolazione del virus nel nostro Paese rimane ancora sostenuta». E’ quanto emerge dal monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe che sottolinea come «il decreto aperture è un atto coraggioso ‘sul filo del rasoiò per rilanciare le attività e placare le tensioni sociali ma se passa il messaggio liberi tutti, la stagione estiva è a rischio». Con la progressiva riduzione dei nuovi casi settimanali, i casi attualmente positivi, che aveva raggiunto il picco della terza ondata il 5 aprile (570.096), sono scesi a 482 mila. Si tratta, spiega Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, «di un numero molto elevato e sottostimato dall’insufficiente attività di testing e tracciamento. Peraltro, il dato nazionale risente di eterogenee situazioni regionali: infatti, la variazione percentuale dei nuovi casi aumenta in 3 Regioni e crescono i casi attualmente positivi in 6 Regioni».

Secondo il monitoraggio, in calo sono anche i ricoveri con sintomi (23.255 rispetto 26.952, pari a -13.7%) e le terapie intensive (3.151 rispetto a 3.526 pari a -10,6%). «Gradualmente si allenta anche la pressione sugli ospedali – commenta Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari del Gimbe – ma il numero di posti letto occupati, sia in area medica che in terapia intensiva è ancora elevato in numerose Regioni». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA