Covid-19
“Furbetti” dei vaccini a Ragusa, Aliquò: «Non la passeranno liscia»
Ragusa – Qualcuno ha già pagato, qualcun altro finirà davanti alla commissione disciplinare dell’azienda sanitaria, altri risponderanno al magistrato e altri ancora solo alla propria coscienza. Di certo è che non c’è solo un “caso Scicli”, dove alcune decine di persone hanno beneficiato del vaccino sostituendo gli assenti in quei frenetici primi giorni della campagna destinati, come tutti sapevano e sanno benissimo, ai soli operatori sanitari. C’è anche un caso Comiso, un caso Vittoria e chissà quali altri ancora. Il direttore generale dell’Asp Angelo Aliquò ha in mano una lista di nomi che lo hanno fatto molto arrabbiare e che sta valutando uno per uno dopo aver controllato i registri. Alla sua già lunghissima giornata, Aliquò ha aggiunto sopralluoghi e ispezioni di persona, verifiche interne e un costante confronto con i carabinieri del Nas che com’è noto da una settimana circa hanno sequestrato i registri dei vaccini alla ricerca di anomalie. Alcune delle quali già note e verificate, altre finite nel tritacarne dei social con le solite libere interpretazioni.
Cominciamo dalla fine?
“L’errore è in partenza – ammette – perché non si può né si deve vaccinare il primo che passa. E qualcuno nella nostra azienda sanitaria, come già sta avvenendo, ne darà conto e ragione. Ma ha sbagliato di grosso anche chi si è presentato alla vaccinazione senza averne titolo”.
– Scusi ma a noi risulta che è stato possibile prenotare il vaccino senza alcun problema. L’abbiamo pure scritto nei giorni in cui è esploso il caso Scicli.
“Purtroppo è così. In quella fase l’operatore del centro registrava la prenotazione, e l’iter proseguiva senza intoppi fino all’iniezione. Oggi la scrematura è raddoppiata: l’operatore verifica a che titolo si sta chiedendo l’accesso al vaccino, e la verifica si fa pure, documenti alla mano, nel centro dove ha luogo l’inoculazione”.
Mi conferma che non c’è solo un caso Scicli ma è successo anche altrove che i vaccini siano andati dove non dovevano?
«Confermo. C’è un caso Scicli, un caso Comiso, un caso Vittoria… e più mi addentro nelle verifiche più m’arrabbio. Ne abbiamo anche noi all’interno di casi clamorosi per i quali sono andato e sono ancora su tutte le furie. C’è un dirigente medico che ha vaccinato il figlio diciottenne, c’è addirittura una nostra dirigente amministrativa che ha agevolato la vaccinazione sia della figlia venticinquenne che del marito. Ci sono parenti e amici di infermieri e pulizieri. Ma stia tranquillo che chi ha sbagliato non la passerà liscia: ho già fatto partire alcune sospensioni e sostituzioni».
Ma scusi, questi furbetti, chiamiamoli così, a chi hanno sottratto il vaccino? Mi sembra che il caso sia nato da una serie di assenze e dalla necessità di non sprecare il vaccino una volta già predisposto. Allora è vero che ci sono operatori sanitari, tra medici e infermieri, che non vogliono farlo?
«Non è così. La percentuale di operatori sanitari contrari al vaccino c’è ma è davvero una piccolissima parte. Al momento i nostri operatori, ovvero medici, infermieri, personale amministrativo e tecnico, sono già stati vaccinati al 95%. Il caso di Scicli è nato perché il responsabile delle vaccinazioni aveva ricevuto indicazioni rivelatesi non vere sui presenti di quel giorno. Mi spiego meglio: il referente degli incaricati a servizi e pulizie aveva detto che avrebbe mandato una trentina di persone e invece non è stato così. Da lì la necessità di non sprecare i vaccini e andare avanti. E sono spuntati parenti e amici. Ma non è che tutte le dosi siano andate a furbetti: ci sono anche ultraottantenni e persone che da lì a breve sarebbero state vaccinate comunque».
E’ vero che c’è un sindaco non medico tra i «saltafila»?
«No».
E un giornalista di Scicli?
«No».
«E quanti sono in tutto i casi anomali?
«Una trentina».
Cosa succederà al momento del richiamo? Si riproporrà, è evidente, la necessità di non sprecare la prima dose.
«Infatti il richiamo lo faremo anche a loro, ma staremo molto più attenti e la data che costoro hanno ottenuto per la seconda dose potrebbe non essere la stessa. Prima i regolari dopo, e soltanto dopo, loro: si metteranno in coda almeno stavolta».
Quanto ha influito questo caso, o questi casi, sull’andamento della campagna vaccinale?
«Per fortuna non moltissimo. Stiamo procedendo piuttosto regolarmente secondo il cronoprogramma».
Non c’è stata anche qui una riduzione delle forniture?
«Guardi, proprio domani riceveremo un’altra fornitura già prevista. E abbiamo comunque messo da parte una scorta percentuale come da indicazioni ricevute da Roma e da Palermo».
Al momento a chi tocca il vaccino?
«In forma ridotta siamo in giro per le vaccinazioni a domicilio nelle case di riposo e stiamo procedendo ai primi richiami».
Lei si è vaccinato?
«Non ancora. Lo farò per ultimo, in segno di massimo rispetto per la serietà del mio impegno e, se permette, anche per dare il buon esempio: prima i più fragili, poi tutti gli altri».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA