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Figliuolo: «Curva in Italia al plateau». Comincia discesa tra proteste di presidi e tabaccai

 Il commissario per l'emergenza Covid conferma il trend indicato dagli esperti e le Regioni tornano a invocare una revisione delle regole che hanno segnato la vita degli italiani in questi mesi, a partire dalla modifica del sistema dei colori

Di Redazione |

La curva del virus ha raggiunto il plateau e nei prossimi giorni dovrebbe iniziare a scendere: il Commissario per l’emergenza Francesco Figliuolo conferma il trend che gli esperti indicano ormai da giorni e le Regioni tornano a invocare una revisione delle regole che hanno segnato la vita degli italiani in questi mesi, a partire dalla modifica del sistema dei colori, per cominciare a ragionare sull'uscita dall’emergenza. Richieste che si accompagnano all’ennesimo allarme dei presidi sul caos scuola e alla protesta dei tabaccai che annunciano lo sciopero se non verrà modificata la norma che prevede dal primo febbraio l’obbligo del green pass: «abbiamo assicurato i servizi essenziali anche durante il lockdown – accusa il presidente della Federazione Giovanni Risso – e ora il nostro impegno viene disconosciuto. Il nostro lavoro deve essere tenuto in considerazione». 

«Ci sono buone notizie – annuncia Figliulo – sembra che siamo arrivati al plateau e si stia andando verso la discesa». Un trend che dovrebbe consolidarsi nei prossimi giorni e che, aggiunge il generale, è il risultato della campagna vaccinale: "siamo all’87% della platea totalmente immunizzato e a 30 milioni di persone col booster su 39 milioni che potrebbero farlo". Una situazione che spinge le Regioni a tornare alla carica: il presidente Massimiliano Fedriga ha convocato la Conferenza delle Regioni che sarà seguita dalla Stato-Regioni con il ministro Mariastella Gelmini, con all’ordine del giorno il parere sul decreto anti covid del 7 gennaio. Con l’elezione del presidente della Repubblica in corso è possibile che l'incontro salti, ma i governatori sono decisi nel ribadire le richieste portare avanti da settimane: rivedere il sistema dei colori, quello delle quarantene e le modalità di conteggio dei ricoveri in ospedale. Nella lettera inviata al governo hanno messo al primo punto proprio il superamento del sistema dei colori, visto che la maggioranza della popolazione è vaccinata, che le somministrazioni sono aperte anche ai più piccoli e che il green pass rafforzato è stato esteso a quasi tutti gli ambiti della vita sociale ed economica. Una revisione delle norme, dunque, consentirebbe di semplificare la vita a cittadini e imprese. Quanto al sistema di conteggio dei ricoveri in ospedale, le Regioni insistono affinché sia introdotta la distinzione tra i ricoveri 'per' Covid e ricoveri 'con' Covid, cioè coloro che entrano per altri motivi e vengono trovati positivi al virus, affinché questi ultimi non rientrino nel conto delle occupazioni dei reparti ordinari e delle terapie intensive. 

Terzo tema, ma non ultimo in ordine di importanza, è quello della revisione del sistema delle quarantene, a partire dalla scuola dove si stanno registrando i problemi maggiori. «Nella maggior parte degli istituti si lavora nel caos, il servizio è completamente snaturato e deve supplire alle carenze di quello sanitario territoriale» è non a caso il nuovo allarme che arriva dal presidente dei presidi Antonio Giannelli che torna a chiedere una «semplificazione» dei protocolli in caso di positività. L’accusa è rivolta alle Asl, che non riescono a stare al passo delle segnalazioni. «I dirigenti e i loro collaboratori non riescono più a occuparsi di questioni scolastiche e sono sottoposti a una pressione psicologica senza precedenti anche da parte dei genitori che chiedono loro conto della farraginosità della procedura e dell’inerzia delle Asl». Il tavolo tra ministero della salute e regioni è aperto e si ragiona su varie soluzioni, da un isolamento più breve (5 giorni) alla cancellazione per vaccinati e guariti. «Spero che in tempi brevi si riescano a dare risposte alle famiglie» dice Figliuolo. 

Sul tavolo c'è anche la questione turismo. Dal primo febbraio il green pass in Italia varrà sei mesi mentre in diversi paesi europei vale ancora 9 mesi e questo non consentirebbe ai turisti, secondo i governatori, di poter usufruire dei servizi. La richiesta al governo è dunque quella di rivedere la norma o di prevedere una deroga per chi viene in Italia con un pass valido in Ue. Stessa richiesta che arriva dalla Federmep, l'associazione delle imprese del settore matrimoni e eventi privati. «Serve un intervento immediato, gli stranieri si trovano in un limbo per cui possono raggiungere il nostro paese ma non hanno la certezza di poter partecipare a eventi, andare al ristorante, alloggiare in albergo».   COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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