E Musumeci pensa di introdurre sanzioni per chi non mette la mascherina

Di Redazione / 18 Maggio 2020

PALERMO – Le mascherine ci dovranno accompagnare ancora per molto tempo in questa fase 2, tanto che l’ultima ordinanza di Musumeci le rende obbligatorie quasi dappertutto anche in Sicilia. E oggi il governatore della Regione è tornato a ribadire il concetto intervenendo a Omnibus su La7. «Esorto i siciliani a portare la mascherina anche uscendo da casa, nei luoghi pubblici».

«Ma oggi – rivela Musumeci in questo primo giorno di ripartenza – ho visto tanta gente senza mascherine all’esterno. Noi al momento non abbiamo posto sanzioni, ma ciò non toglie che tra qualche giorno potremmo mettere delle sanzioni perc chi no  indossa Dpi».

Musumeci ha parlato anche della situazione italiana. «E’ sotto gli occhi di tutti – ha osservato – che l’Italia non è omogenea dal punto di vista delle esigenze territoriali e dal punto di vista del dato epidemiologico, il Mezzogiorno se l’è passata meglio per una serie di contingenze ma anche per il senso di responsabilità degli abitanti e per le misure sane e lungimiranti di chi governa».

«La riapertura è chiaro che rappresenta innanzitutto una molla psicologica – ha spiegato – Qui siamo nel deserto dell’economia e ognuno spera di guardare avanti con un minimo di prospettiva».

Sullo scontro tra governo centrale e Regioni, Musumeci ha affermato che «non si riesce a decidere il confine tra organo politico e organo di consulenza al quale deve abbeverarsi l’organo politico prima di decidere. Noi – ha raccontato – abbiamo impiegato 5 giorni di confronto con il governo nazionale, non è stato definito tutto tra sabato e domenica. Abbiamo iniziato martedì, con quotidiane riunioni in videoconferenza». «E quando Conte ha detto che noi Regioni siamo divise – ha aggiunto – noi dopo tre ore abbiamo dimostrato che non è vero e abbiamo presentato le linee guida. A quel punto il governo si è diviso». E ha esortato: «La politica si assuma la responsabilità di decidere». 


Sullo strappo di De Luca, che non ha firmato l’ordinanza, Musumeci ha spiegato che  «il collega ha voluto dare clamore ponendo l’accento su uno dei temi più dibattuti in questo periodo, questa sorta di braccio di ferro tra Roma e le Regioni. Noi abbiamo chiesto autonomia, che significa soprattutto responsabilità e capacità di assumersi l’onere delle conseguenze. Il governo su questa tesi ha tergiversato, ha perso un po’ di tempo». Musumeci ha anche denunciato «una mancanza di fiducia dal parte del governo nei confronti delle Regioni, leggo un tentativo di neocentralismo. C’è un centralismo romano che pare si stia manifestando in questo momento in maniera più o meno larvata ma c’è ed è evidente». «Le regioni hanno diritto ad avere autonomia – ha detto ancora Musumeci – perché conoscono più di tutti le realtà del territorio. Noi sentiamo il fiato della gente sulla nuca la mattina».

Infine una stoccata al ministro della Salute Roberto Speranza: «Sabato notte abbiamo passato una notte insonne nel confronto con Roma – ha svelato Musumeci – alla fine le linee guida che noi regioni avevamo concordato e proposto a Conte sono diventati materia del decreto e c’è stato un certo imbarazzo. Tutti cercavamo il ministro alla Salute Speranza, ma alle tre di notte non rispondeva, ha spento il telefono».

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