Covid-19
Covid, vaccini “lumaca” e aumento positivi in Sicilia Iacobello: «Picco temuto a metà gennaio»
Catania – La tempesta perfetta. Sembra proprio questo lo scenario che si sta prefigurando in Italia e nella nostra isola dove i vaccini vanno a rilento e si cominciano a sentire i primi effetti dell’euforia delle feste con le giornate di shopping sfrenato e di assembramenti nelle strade della moda. Si possono leggere in questo modo gli ultimi dati della Sicilia che ieri ha registrato 734 casi a fronte di 5093 tamponi processati. Catania ritorna ad essere la regina del Covid con oltre 350 casi registrati venerdì, ma con oltre 7mila tamponi, mentre ieri il capoluogo etneo e la sua provincia hanno certificato 271 nuovi contagi. In generale il tasso di positività è del 14,4%.
Gli assembramenti del Natale sono stati fortemente criticati da molti esperti infettivologi, come il prof. Bruno Cacopardo, primario di Malattie infettive del Garibaldi Nesima di Catania, che temeva un aumento dei casi dopo una settimana dalle immagini delle folle per strada. Anche il primario di Malattie infettive dell’ospedale Cannizzaro, sempre a Catania, Carmelo Iacobello, critica i siciliani per il comportamento adottato nei giorni antecedenti il Natale con le folle nelle strade dello shopping e alla Fiera dopo alcuni giorni si è avuto un assembramento continuo. «E’ logico sospettare che questo aumento dei casi – spiega Iacobello – possa essere collegato a quegli assembramenti. Ci potrebbe stare una correlazione con un aumento dei positivi collegati ai tamponi. Al momento per fortuna negli ospedali di Catania non registriamo una crescita dei pazienti che devono essere ricoverati. Ma appare evidente che se oggi crescono i casi, una percentuale di questi positivi, tra qualche settimana, arriverà nei pronto soccorso con sintomi anche gravi. E quello che ci preoccupa è che verso metà mese si possa registrare un altro picco di casi».
Iacobello poi aggiunge che quello che vediamo oggi in ospedale fa riferimento ad assembramenti che si sono avuti almeno 14 giorni fa, se non venti giorni fa. «Perché i sintomi coinvolgano il 14% di persone il tutto non può essere considerato contemporaneo. Bisogna calcolare un tempo “x” che deve essere la sommatoria di più giorni di comportamenti scorretti. Appunto come quelli natalizi. E se si è sgarrato nei giorni che precedevano il Natale perché non pensare che si siano adottati comportamenti scorretti anche a Capodanno, magari con assembramenti di familiari che erano vietati? Insomma speriamo che questa somma di concause, con l’aggiunta di una campagna vaccinale che procede come una lumaca, non diventi una tempesta perfetta col ritorno dei giorni infuocati che abbiamo avuto a novembre.
Sul fronte dei ritardi nella somministrazione dei vaccini il primario del Cannizzaro difende il sistema: «Non mi sembra che si possa parlare adesso di ritardi. I vaccini sono arrivati in Sicilia in ritardo. E il fatto che ci siano ancora migliaia di dosi in giacenza non lo ritengo una anomalia, ma un fatto fisiologico. Noi al Cannizzaro abbiamo cominciato il 31 dicembre e tenga presente che gli ospedali in questo momento stanno subendo forti pressioni. Ora ci sono i vaccini, ma ci sono anche i tamponi da effettuare e poi bisogna occuparsi nella massima sicurezza dei ricoveri dei pazienti positivi. Insomma sono tutte variabili che comportano problemi e il sistema in questo caso ha ovviamente dei limiti che ne frenano il decollo. Anzi mi sembra che stiamo andando ad un andamento idoneo per la situazione che stiamo vivendo. Non parlerei in definitiva di ritardi e infatti i due reparti Covid che dirigo, il Covid 1 e il Covid 2 saranno interamente vaccinati entro una settimana».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA