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Covid, ricoveri in calo negli ospedali siciliani ma medici e infermieri sono allo stremo

In particolare gli infermieri aderenti al Nursind sono scesi in piazza anche a Palermo, con un sit-in davanti alla Presidenza della Regione siciliana con delegazioni giunte da tutta la Sicilia 

Di Redazione |

Per il quarto giorno consecutivo si registra un calo dei ricoverati per Covid nei reparti di malattie infettive in Sicilia, curva in discesa che fa sperare un progressivo, anche se lento, miglioramento per gli ospedali, che rimangono comunque sotto pressione. I nuovi contagi, in base all’ultimo bollettino, sono 7.100 a fronte di 45.661 tamponi processati, col tasso di positività al 15,5%; 47 le vittime. I ricoverati nei reparti ordinari sono 1.601 ricoverati, mentre in terapia intensiva sono 145, cinque casi in meno rispetto al giorno precedente.

Nonostante la curva sembra in calo, per i sanitari le condizioni di lavoro rimangono critiche. Gli infermieri aderenti al Nursind sono scesi in piazza anche a Palermo, con un sit-in davanti alla Presidenza della Regione siciliana con delegazioni giunte da tutta la Sicilia per partecipare allo sciopero nazionale indetto dal sindacato.

Una protesta per chiedere maggiore dignità a una categoria allo stremo. Gli ospedali al collasso, afferma il sindacato, «non fanno altro che acuire il senso di profondo disagio vissuto dal personale sanitario dell’Isola che combatte da anni contro organici ridotti e promesse fino a oggi non mantenute». «La nostra vita sta diventando un calvario tra colleghi che si sono licenziati e altrui che prendono ansiolitici prima di andare a lavoro», ha detto Aurelio Guerriero, segretario Nursind Palermo. Tesa la situazione anche nelle carceri, con i sindacati che continuano a lanciare l’allarme contagi. Il provveditorato dell’amministrazione penitenziaria della Sicilia «sta incessantemente operando per il reperimento dei dispositivi di protezione sia con contatti costanti con i presidi della Protezione civile regionale, sia con approvvigionamenti con terzi con ordinativi per svariate decine di migliaia di euro», afferma il provveditore Cinzia Calandrino.

«Le direzioni penitenziarie – prosegue – sono state autorizzate ad acquistare presso ditte specializzate disinfettanti, mascherine, guanti, tute, occhiali protettivi e materiale antivirale. Tutte misure adottate, pur nel registrarsi di difficoltà di reperimento dei Dpi sul contesto regionale, nazionale ed internazionale. E' stata formulata richiesta alla Protezione civile regionale di fornitura di mascherine Ffp2 e chirurgiche, oltre che di altro materiale igienizzante e dispositivi Dpi». Sono 133 gli agenti penitenziari, sottolinea il provveditore, contagiati dal virus "e non 350 come erroneamente comunicato dalla Uilpa». "All’interno degli istituti penitenziari – aggiunge -. I focolai infettivi si sono concretizzati successivamente rispetto all’indice di contagio rilevato sul territorio. Ne consegue che anche il raggiungimento del picco massimo e del successivo decremento si presenterà verosimilmente con qualche settimana di ritardo".   COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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