La Regione siciliana ha «congelato» la maxi gara per la fornitura di guanti chirurgici e non per le aziende del sistema sanitario da 98,4 milioni di euro. La gara si sarebbe dovuta celebrare lo scorso 24 febbraio ma è stata differita. La nuova data, si legge nel portale della Regione, «verrà comunicata ai partecipanti dopo la nomina della commissione aggiudicatrice».
Il maxi appalto è suddiviso in 50 lotti. Proprio la fornitura di guanti in Sicilia fa parte del filone siciliano dell’inchiesta aperta dalla Procura di Roma sull’approvvigionamento di mascherine; nell’indagine è indagato l’ex ministro ed esponente di spicco della politica in Sicilia, Francesco Saverio Romano.
La vicenda è legata all’inchiesta sulla fornitura di mascherine e camici senza idonea certificazione destinati a rifornire il personale della Protezione civile del Lazio nel corso della prima, drammatica, ondata di Coronavirus. In manette sono già finiti gli imprenditori Vittorio Farina, con un passato nel mondo dell’editoria, Andelko Aleksic e Domenico Romeo. Nei loro confronti le accuse sono, a vario titolo, di frode nelle pubbliche forniture, truffa aggravata in relazione e traffico di influenze illecite. Il procedimento riguarda la fornitura di cinque milioni di mascherine e 430 mila camici.
Gli uomini della Guardia di Finanza hanno proceduto anche al sequestro preventivo di 22 milioni di euro e dato esecuzione nei confronti di una società milanese alla misura interdittiva del divieto di contrarre con la Pubblica Amministrazione. L’indagine è stata avviata a seguito di una segnalazione fatta ai magistrati dell’agenzia Regionale della Protezione Civile del Lazio. A fronte dei contratti sottoscritti, che prevedevano la consegna di dispositivi di protezione individuale marcati e certificati CE, l’impresa milanese facente capo ad Aleksic, che fino al mese di marzo 2020 era attiva soltanto nel settore dell’editoria, ha dapprima fornito documenti rilasciati da enti non rientranti tra gli organismi deputati per rilasciare la specifica attestazione e, successivamente, per superare le criticità emerse durante le procedure di sdoganamento della merce proveniente dalla Cina, ha prodotto falsi certificati di conformità forniti da Romeo anche tramite una società inglese a lui riconducibile, ovvero non riferibili ai beni in realtà venduti. Secondo quanto scrive il gip nell’ordinanza che «l’attività tecnica ha evidenziato il quadro relazionale di cui Farina», definito il faccendiere, «si avvantaggia nello svolgimento della sua attività di procacciatore di affari per conto della Ent Srl. L’imprenditore vanta rapporti con personaggi noti, come Roberto De Santis, l’ex senatore Saverio Romano, soggetti per il tramite dei quali riesce ad avere contatti con pubblici amministratori che in questo periodo si occupano delle forniture pubbliche di dispositivi medici e di protezione individuale».
Secondo quanto afferma il giudice «Farina nell’interloquire con Aleksic ha mostrato la sua soddisfazione nell’aver ottenuto la promessa, verosimilmente dal commissario», all’epoca dei fatti, «per la per l’emergenza covid Domenico Arcuri (che non risulta indagato nel procedimento ndr), di inserire la Ent tlc Srl, quale fornitore sussidiario rispetto a Luxottica Spa e Fca spa per l’approvvigionamento di un ingente quantità di mascherine chirurgiche da destinare alle scuole». «Nessun affidamento, promessa o incarico alla società e alle persone coinvolte», la secca replica dell’ex commissario Domenico Arcuri.
Nell’ordinanza di oggi si afferma che il 3 settembre 2020 «in occasione di un ulteriore viaggio a Roma, Farina è riuscito ad incontrare il commissario straordinario Domenico Arcuri, come sembra emergere dai puntuali aggiornamenti effettuati da Farina ad Aleksic. In una intercettazione Farina spiega: ‘Domenico mi ha promesso che se gli arriva la lettera, autorizza quell’acquisto (…) la dovrebbe fare oggi, oggi la deve fare e oggi pomeriggio ci deve fare l’ordinè». “In relazione all’inchiesta, nella quale da conversazioni tra gli indagati pubblicate oggi risulta citato l’ex Commissario all’Emergenza Covid, peraltro estraneo alle indagini e probabilmente ancora una volta oggetto di traffico di influenze illecite – sottolineano dalla struttura dell’ex Commissario Arcuri- riteniamo utile precisare che né la società European Network Tlc né le persone coinvolte nelle indagini, hanno ricevuto alcuna promessa, alcun affidamento o alcun incarico dall’ex Commissario o dalla Struttura commissariale». «La società, come tante altre – concludono gli uffici di Arcuri – aveva inviato diverse proposte a nessuna della quali è stato mai dato alcun seguito dalla struttura stessa».