«In questi giorni assistiamo ad una diminuzione dei contagi. A breve il ministero diffonderà i dati sulla Sicilia, che sono per i positivi in linea con quelli di ieri: per il terzo giorno di fila al di sotto dei mille positivi, e sostanzialmente da almeno una settimana è più o meno piatta la linea dell’ospedalizzazione». Così a Sky TG24 Ruggero Razza, assessore alla Salute Regione Sicilia, ospite di "Timeline". "Questo non ha mancato però – ha proseguito – di coinvolgere direttamente la Regione con dei provvedimenti che riguardano alcuni Comuni, e soprattutto le iniziative che ha adottato il presidente Musumeci per favorire la vaccinazione hanno trovato i cittadini coinvolti. Faccio un esempio per tutti, quello del Comune di Comiso che è stato tra i primi ad essere destinatario di alcune misure di contenimento: nella sede del Comune si è fatta una ordinatissima fila di centinaia di cittadini che hanno deciso di vaccinarsi. Una decisione libera, e penso che tutte le misure che abbiamo adottato stiano dando dei frutti. Ovviamente anche la diminuzione del flusso turistico fa la sua parte a dimostrazione del fatto che il grande successo della stagione turistica una certo valore sulla mobilità del virus lo ha avuto».
«Qualcosa è cambiato – ha aggiunto – non soltanto grazie alla zona gialla, quanto piuttosto grazie ai provvedimenti con cui il presidente della Regione ha agito sui Comuni a bassa vaccinazione. Questi hanno avuto un peso sulle attività economiche, e si è compreso quanto fosse importante evitare che un territorio, che dal punto di vista economico ha tanti problemi come la Sicilia, potesse essere ulteriormente gravato. Il livello delle prime vaccinazioni questa settimana supererà il 74%, quindi con un incremento anche significativo, mentre resiste ancora una parte della popolazione ed un’azione di convincimento che dobbiamo riuscire a fare con i medici di medicina generale». «Credo sia molto corretto – ha detto – che il sistema nazionale consenta di inserire quelle terapie intensive che siano attivabili, e non già quelle effettivamente disponibili. E non è un sistema fittizio. In Italia abbiamo dovuto aumentare di migliaia i posti letto perché la pandemia ha imposto addirittura un adeguamento normativo dei posti letto. L’attivazione a 48 ore dei posti letto consente, purtroppo, attraverso il blocco delle attività operatorie, l’utilizzo di una parte degli anestesisti che non sono utilizzati per l’attività di terapia intensiva. E' una misura estrema, quando si raggiunge un livello di saturazione viene prima l’interesse pubblico di tutelare la salute dei cittadini e quindi si sacrificano alcune attività ordinarie non indifferibili per mettere a disposizione il personale e le risorse umane di coloro che invece dovessero avere bisogno delle cure intensive. Ovviamente, se in tutta Italia i posti letto attivabili a 48 ore non sono mai stati attivati in nessuna Regione, non è stato un errore prevenire la necessità di doverli utilizzare, ma c'è stata una risposta del sistema istituzionale con i vari Dpcm che hanno disposto chiusure e quindi l’adozione di misure».