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Covid, presentato il vaccino italiano ReiThera: basta una dose, come funziona e quanto è efficace

Di Marco Maceroni |

ROMA – Lo scorso 24 agosto è iniziata la sperimentazione in fase 1 del vaccino su cui la Regione Lazio e lo Stato hanno deciso di scommettere per raggiungere l’indipendenza di produzione. Oggi, all’Istituto Spallanzani di Roma, che si sta occupando insieme alla società farmaceutica ReiThera dello sviluppo del vaccino italiano, sono stati presentati i risultati che fanno ben sperare per le successive fasi di sperimentazioni. Su 100 persone arruolate, 45 sono state vaccinate e la produzione di anticorpi si è riscontrata nel 92,5% dei casi, con in più una produzione di cellule T, quelle che si occupano di distruggere le cellule dell’organismo già infettate.

«Abbiamo arruolato 100 persone e 45 sono state vaccinate con dosi diverse e tutti sono arrivati alla fine per la valutazione di sicurezza: il vaccino non ha avuto alcun evento avverso grave nei primi 28 giorni dalla vaccinazioni, un risultato migliore rispetto a Moderna e Pfizer che hanno avuto effetti indesiderati. Il picco di produzione di anticorpi a 4 settimane resta costante ed il vaccino è ad una sola dose», ha spiegato il direttore scientifico dello Spallanzani Giuseppe Ippolito alla presentazione dei risultati della Fase 1 della sperimentazione del Vaccino GRAd-CoV2 di ReiThera. 

In questa fase 1 il vaccino ReiRhera «ha dimostrato di essere sicuro, di avere capacità di indurre risposta immunitaria degli adulti e la risposta è simile a quella di altri vaccini con due dosi. Il 92,5% dei vaccinati ha avuto livello di anticorpi rilevabili e con una singola dose abbiamo risultati in linea con Moderna e Pfizer», ha aggiunto Ippolito alla presentazione dei dati fase 1 del vaccino italiano ReiThera. I livelli di anticorpi, ha detto Ippolito, «sono coerenti con uno schema di somministrazione singola e verosimilmente potranno aumentare con altre dosi. ora ci aspetta la fase 2 per la quale è necessario l’impegno dello Stato».

Per arrivare a una produzione bisognerà aspettare la conclusione delle sue successive fasi di sperimentazione, con il protocollo di Fase 2 già pronto ad essere sottoposto agli organi di controllo, ma la buona notizia è che entro l’estate si dovrebbe arrivare a sottoporlo al giudizio dell’Ema.

«ReiThera copre tutte le fasi dello sviluppo nel suo stabilimento di Cassino siamo in grado di produrre 100 milioni di dosi, in modo scalabile ed economico, e potrà essere mantenuto a una temperatura tra i 2 e gli 8 gradi», ha spiegato Antonella Folgori, presidente di Reithera, che ha anche raccontato come si è arrivato a questi primi risultati: «I vaccini possono essere sviluppati attraverso diverse tecnologie, ci sono nuove tecnologie come i vaccini genetici, basati su Dna e RNA e vettori virali. Questi vaccini sono estremamente rapidi nel loro sviluppo e Reithera si è specializzata nei vettori virali, sviluppando vaccini in fase clicca avanzata, come il quello per Ebola. La caratteristica importante della piattaforma vaccinale si basa su un’unica piattaforma di sviluppo”. 

Folgori ha ricordato anche, in merito alle polemiche sul fatto che l’azienda sia controllata a sua volta da una società svizzera che «Reithera è controllata da una società svizzera  ma è italiana, paga le tasse italiane, lavora in Italia e ha sviluppato il suo vaccino qui. I soci della società sono tutti italiani tra cui i due figli del professor Cortese, fondatore di Reithera».

Soddisfatto per questi primi dati anche il commissario straordinario all’emergenza Covid-19, Domenico Arcuri, che si è augurato di raggiungere una indipendenza di produzione del vaccino così come già avvenuto per la produzione di dispositivi di sicurezza e ventilatori: «A marzo non producevano ne Dpi nè ventilatori, imporravamo tutto. Oggi siamo in grado di produrre tutto ciò che ci serve. In queste settimane dipendiamo per la produzione di vaccini da altri Paesi, ogni giorno combattiamo con noi stessi per avere il massimo di dosi possibili di vaccino prodotti da altri, per questo oggi cerchiamo di raggiungere una certa indipendenza, lasciando a chi verrà dopo una capacità di ricerca e sviluppo che prima avevamo». 

Per fare ciò Arcuri ha annunciato che lo Stato “entrerà nel capitale di Reithera” per dare quelle risorse economiche utili a sostenere le successive fasi di sperimentazione e produzione del vaccino. Si tratta comunque di “dati che hanno fornito dei risultati più che promettenti e che largamente giustificano un ulteriore sviluppo nelle successive fasi”, come ha sottolineato il presidente del Consiglio Superiore di Sanità Franco Locatelli. Dati “che dimostrano la capacità che la nostra nazionale ha di cimentarsi negli orizzonti sfidanti come quello dello sviluppo e validazione di un vaccino”, ha aggiunto.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA