Covid, lo sfogo dell’infettivologo: «La gente si diverte nelle località turistiche della Sicilia, ma negli ospedali siamo sotto pressione»

Di Giuseppe Bonaccorsi / 25 Agosto 2021

«Sa qual è il problema? Che il vaccino in Sicilia non lo facciamo in percentuali altissime, la mascherina proprio no perché fa caldo, gli assembramenti sono inevitabili perché c’è il turismo che non si può toccare. Tutta la guerra anti Covid in Sicilia è integralmente sulle spalle – esili – del sistema sanitario regionale…Della serie: noi ce ne freghiamo, poi se ci ammaliamo qualcuno si curerà». E’ il pensiero amaro del prof. Bruno Cacopardo, primario di Malattie infettive del Garibaldi Nesima, reparto che insieme a tanti altri della città sta scoppiando di nuovi malati Covid, molti dei quali gravi.

Il docente ed esperto ha ragione. In Sicilia – regione prima per contagi ormai dai diversi giorni .  sembra che tutto vada bene. La gente è tranquilla per strada, si assembra in locali della riviera, tutto sembra passato. Nessuno ha il sentore di quello che sta scoppiando, dei malati in fin di vita negli ospedali, delle rianimazioni quasi piene. Tutto sembra nella norma, ma in autunno potrebbe arrivare un ciclone, se non prima.

E allora cosa facciamo, ci prepariamo a un nuovo lockdown? Innanzitutto sarebbe bene che il governo si dia una mossa e dica se chi è col green pass potrà continuare a fare una vita pressoché normale, visto che quasi tutti i ricoverati sono senza vaccino per scelta e non per necessità. E poi dirci se ha senso continuare come se tutto sia normale, perché un domani potremmo ritrovarci con gli ospedali strapieni di Covid e buonanotte alle altre patologie.

«Vede – spiega Cacopardo – io segnalo che in una Sicilia orientale devastata dai casi Covid, alcune località in nome del turismo più sfrenato sono autentici epicentri della circolazione del virus. Taormina sabato era un delirio totale. L’ho fatto notare alla polizia municipale. Mi hanno risposto di non fare sceneggiate. Ho telefonato al sindaco il quale mi ha detto…“Ma noi non abbiamo tanti casi”, dimenticando che col turismo mordi e fuggi dalle grandi città, la gente si infetta a Taormina e poi viene a morire a Catania o a Messina. Stessi problemi ci sono a Marzamemi, Portopalo (località strapiene di catanesi)…Insomma ben venga il turismo, ma gestito con la consapevolezza del fatto che siamo in pandemia, ma qui nessuno sembra averlo capito».

Lo sfogo del prof. segue quello di due primari di rianimazione, Daniele Distetfano (Garibaldi) e Ettore Panascia (Policlinico) che da giorni lanciano l’allarme perché nei loro reparti ci sono molti pazienti gravissimi che non ce la faranno. Sono spacciati per il solo fatto di aver rifiutato un vaccino che oggi gli avrebbe salvato la vita. Eppure c’è chi ancora nega che negli ospedali ci sia una emergenza.

Sul fronte dei vaccini la situazione non migliora. la Sicilia è maglia nera della penisola, mentre in fatto di cure ancora oggi, a distanza quasi di due anni dallo scoppio della prima ondata, non esiste una cura per il Covid. Il prof. Cacopardo, in effetti, sino a pochi mesi fa ha utilizzato l’Ivermectina, un antiparassitario, strappando dalla morte una settantina di pazienti. Poi no si sa, forse i poteri forti del farmaco, lo hanno stoppato. E chissà perché perché mai nessuno ha spiegato ai comuni mortali cos’è che non vada. Così la gente non vaccinata continua a morire negli ospedali, un farmaco che a detta dei medici funzionava, è stato tolto di mezzo e in Sicilia si continua ad andare in giro come se nulla fosse.
 

Pubblicato da:
Alfredo Zermo
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