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Covid, l’Italia verso il bianco dal 21 giugno: resta fuori una sola regione

Di Redazione |

ROMA – Sì alle tavolate al ristorante con più di quattro persone, ma solo all’aperto. Il rebus sui commensali nei locali, che ha diviso Governo e Regioni, sarà sciolto nelle prossime ore in un incontro tecnico. Ma all’ordine del giorno restano, per la zona bianca, altre questioni da risolvere: «adesso bisogna affrontare il tema delle discoteche», annuncia il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, per il quale in questi luoghi bisogna annullare il divieto di distanziamento, tracciare chi entra e concedere «la possibilità di ballare». Il pacchetto di nuove indicazioni arriva, parallelamente, nel primo giorno della campagna vaccinale di massa, estesa a tutta la popolazione fino ai 12enni, per i quali si potrà ora già prenotare l’iniezione dal pediatra o negli hub. Partono anche le quasi mille aziende che avevano chiesto di poter gestire le somministrazioni per i propri dipendenti. E l’Inail avverte: «ci sono 6,8 milioni di lavoratori a rischio a cui dare priorità». Il ritmo delle inoculazioni sale, così come si allarga la zona bianca in tutto il Paese. Nelle ultime 24 ore sono sono stati 2.897 i nuovi malati di Covid (tasso di positività all’1,2%) e 62 i morti, registrando per il quinto giorno consecutivo una cifra sotto la quota delle cento vittime. Il trend dell’incidenza dei contagi continua a calare e le prossime ad entrare nella fascia di rischio più bassa potrebbero essere Abruzzo, Liguria, Umbria e Veneto. Queste ultime si aggiungerebbero a Friuli Venezia Giulia, Molise e Sardegna. Ad entrare in zona bianca il prossimo 14 giugno, invece, potrebbero essere Lombardia, Lazio, Piemonte, Puglia, Emilia-Romagna e Provincia di Trento. Anche Sicilia, Marche, Toscana, Provincia di Bolzano, Calabria, Basilicata e Campania registrano dati simili ma non si tratta però – almeno per il momento – di stime che rientrano in una media settimanale. Se così sarà, il countdown partirà anche per loro ed il 21 del mese quasi tutto il Paese avrà lasciato il giallo, probabilmente ancora con l’esclusione della Valle d’Aosta che slitterebbe di una settimana.

E’ anche per questo che le disposizioni sono ora al centro del dibattito politico. In un tavolo tecnico, come hanno anche confermato fonti del ministero della Salute, sarà affrontata nelle prossime ore la questione relativa al limite di quattro persone al tavolo nei ristoranti. Secondo le regioni e diverse componenti del centrodestra, questa interpretazione – concorde con le prescrizioni del Cts – è troppo restrittiva ma si è vicini ad un accordo. Il punto di caduta sarebbe quello di lasciare il limite solo per i ristoranti al chiuso. Lo stesso sottosegretario Costa auspica «almeno per i locali all’aperto in zona bianca, di togliere il vincolo del tetto massimo mentre per i locali al chiuso l’allentamento potrebbe essere graduale». Il ministro per le Autonomie, Mariastella Gelmini, resta invece convinto di lasciare questa restrizione solo per la zona gialla. Al tavolo tecnico dovrebbero partecipare comunque anche i tecnici delle Regioni, le quali si dicono sorprese «che l’interpretazione del governo sul tema sia avvenuta in maniera autonoma». Tra i temi ci saranno però anche l’eventuale apertura delle discoteche (il Cts sta esaminando i protocolli proposti) e il settore del wedding, per quale si spera possano esserci deroghe.

Sul fronte delle vaccinazioni si entra nella nuova fase che – secondo il generale Figliuolo – porterà alla «spallata» puntando ai restanti 28 milioni di italiani da immunizzare. Nuovi carichi sono pronti ad alimentare la campagna di massa, con altri due milioni e mezzo di dosi, oltre ai 3,5 di Pfizer già in distribuzione, in arrivo questa settimana (370mila di Johnson & Johnson appena stoccati a Pratica di Mare e altri 1.744.100 di Astrazeneca e 398mila di Moderna entro il 4 giugno). Complessivamente, serviranno circa 65 milioni di dosi servono per concludere il Piano tarato almeno fino al secondo ‘shot’. Si parte nelle aziende, con 812 punti di somministrazione – coinvolti anche i colossi di Leonardo, Tim ed Enel – per gruppi di imprese, banche e assicurazioni. Il presidente dell’Inail, Franco Bettoni invita però innanzitutto a considerare «i lavoratori esposti maggiormente al contagio». L’istituto ha stimato in 6 milioni e 839mila le persone a maggior rischio. Quelle con la priorità 1 sono impegnate nel settore alimentare e nei centri commerciali: oltre 2 milioni. Nel settore del turismo sono invece 72mila mentre in quello dei trasporti 630mila. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA